lunedì 8 luglio 2013

L'ULTIMO MESSAGGIO DI EVITA NEL DICEMBRE DEL 1951, PRIMA DELLE FESTE, COSTRETTA A LETTO DALLA SUA MALATTIA

In omaggio a Evita, per queste feste natalizie e di nuovo anno, lasciamo ai compagni e alle compagne peronisti  l’ultimo messaggio di Evita del dicembre 1951, prima delle feste, sdraiata nel suo letto a causa della sua malattia…

Nel dicembre del 1951, Evita lesse dal suo letto di inferma il suo messaggio natalizio, rilasciato e trasmesso per radio in tutta la nazione. Eccone un frammento:

“ Tutti gli anni, la vigilia di Natale ci riunisce nell’immenso focolare della Patria.

Questa notte facciamo una tregua di amore nel cammino delle nostre lotte e dei nostri affanni, e pensiamo solo alle cose buone e belle che ci ha regalato la vita nell’anno che si sta chiudendo tramontando come una cometa nell’orizzonte dell’eternità e lasciandoci una scia di ricordi nell’anima.

In tutti i luoghi del mondo, uomini e donne, anziani e bambini di tutti i popoli, in questo istante meraviglioso stanno rendendo omaggio all’amore e stanno incendiando nei loro cuori le lampade votive dei loro ricordi migliori. Perché non facciamo lo stesso nel focolare immenso che è la nostra terra? Non siamo forse una grande famiglia?

Presiede la mensa invisibile della nostra vigilia natalizia la figura di Perón, il nostro leader, il nostro condottiero e amico. Egli sta qui, sopra tutti noi, che guarda oltre l’orizzonte con la mano ferma posta sopra il timone dei nostri destini e con il suo cuore straordinario incollato ai sogni e alle speranze del suo popolo. La prima cosa che ho in mente è quella di ringraziare Dio, perché al centro di un mondo quasi definitivamente dimenticato dall’amore, noi crediamo nel suo potere e nella sua fecondità, e possiamo annunciare la buona notizia del suo avvento per il cammino del giustizialismo.

Per questo esultiamo e ci rallegriamo della festa di questa notte.

Più di diciannove secoli fa, Dio elesse gli umili pastori di Betlemme per annunciare l’avvento della pace agli uomini di buona volontà. Su quel messaggio, gli uomini malvagi hanno accumulato secoli di guerre, di crimini, di sfruttamento e di miseria, precisamente a costo del dolore e del sangue dei popoli umili della terra.

Dio ha fatto grandi cose tra noi, disfacendo l’ambizione nel cuore dei superbi, derubando del trono i potenti, magnificando gli umili e colmando di beni i poveri.

Per questo la vigilia di Natale ci ruba il cuore con l’armonia dei suoi incanti prodigiosi, perché la vigilia è nostra, è la notte dell’umiltà, la notte della giustizia. E il giustizialismo che Perón ci ha insegnato e regalato come una realtà meravigliosa con le sue mani, è precisamente questo, è qualcosa simile all’eco vibrante dell’annuncio che ricevettero i pastori o come il riflesso incendiato della stella che segnò, nella note degli uomini, la nascita divina di una redenzione straordinaria.

So che tra molti anni, in questa stessa notte quando gli argentini  si lasciano accarezzare dai ricordi e con le loro ali ritornano nel passato, torneranno in questi anni della nostra vita e diranno melanconicamente: eravamo più felici allora. Perché la verità, l’indubbia verità è che tutti siamo più felici ora che prima di Perón. Non tanto per i beni materiali che possediamo, ma per la dignità che ci ha dato con il suo infaticabile sforzo. Se la nostra felicità risedesse solamente nelle ricchezze materiali che possediamo, non avremmo diritto di essere felici. Ma noi siamo felici perché nel seno della grande famiglia giustizialista che formiamo, siamo tutti figli della stessa Patria, con gli stessi diritti e gli stessi doveri.

Non vogliamo vanagloriarci con orgoglio di ciò che siamo né di ciò che abbiamo, ma questa notte, propizia per gli aspetti del cuore, sentiamo la necessità di dire a tutti gli uomini e le donne del mondo il semplice segreto della nostra felicità che consiste nell’accogliere la buona volontà di tutti perché regnino giustizia e amore.

Per prima la giustizia, che è la base dell’amore.

Non può esserci amore dove ci sono sfruttatori e sfruttati. Non può esserci amore dove ci sono oligarchie dominanti piene di privilegi e popoli indigenti e disperati. Perché gli sfruttatori non potranno mai sentirsi fratelli dei loro sottomessi e nessuna oligarchia potrà dare a nessun popolo l’abbraccio sincero della fraternità.

Il giorno dell’amore e della pace arriverà quando la Giustizia spazzerà via dalla faccia della terra la razza degli sfruttatori e dei privilegiati, e si compierà inesorabilmente la realtà dell’antico messaggio di Betlemme rinnovato negli ideali del Giustizialismo Peronista.

Con queste mie ultime parole, è arrivato il momento degli auguri e dei desideri.

Qui, al mio fianco, al capezzale della mensa familiare che ci riunisce tutti sotto il cielo stellato della Patria, c’è il nostro condottiero e il nostro leader.

Il primo augurio del mio brindisi è per lui: che sia sempre felice, che lo accompagni sempre l’affetto di tutti voi, per molti anni fino alla fine dei suoi anni, perché se lo merita come premio per i suoi sforzi e i suoi sacrifici.

L’altro augurio del mio brindisi è per il mio popolo, per tutti voi. E non posso esprimerlo altrimenti che augurandovi semplicemente di essere molto felici, sempre più felici.

E infine, mi permetto di riunire simbolicamente il calice con cui brinda ognuno di voi con il mio, che contiene lo stesso umile sidro, con la stessa semplicità dei nostri cuori. Alzo al cielo con esso i desideri, i sogni e le speranze di tutti, perché in questa notte prodigiosa l’amore infinito li tocchi con la bacchetta dei suoi miracoli e li trasformi in realtà.”

MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICIÓN

JUAN ANIBAL GOMEZ - FONDATORE E COORDINATORE MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION, FORO SEGURIDAD URBANA, RED AMPARO, DIRIGENTE COMUNALE, POLITICO E SOCIALE, EX VETERANO DELLE MALVINAS

TRADUZIONE DALL'ARGENTINO: Francesca Maria - PORTAVOCE ITALIANA DI JUAN ANIBAL GOMEZ E DEL MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION

UNA STORIA TUTTA PERONISTA… vediamo nelle immagini in basso tre bottiglie di sidro, che si trovano nella Fondazione Eva Perón. Sono chiuse e sono quelle che il Governo Peronista regalava con un panettone approssimativamente nei natali tra il 1946 e il 1954. La prima bottiglia a sinistra è del 1947, quella al centro è del 1952-53, quella a destra è della Fondazione Eva Peron. (Dati di (C) Copyright Mariano Bayona Estradera e Dolors Cabrera Guillén)


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