martedì 29 aprile 2014

IL LADRO ITINERANTE E IL LADRO PERMANENTE. I DUE ESTREMI DEL FURTO IN ARGENTINA. DI JUAN ANIBAL GOMEZ

 
Traduzione dal castellano argentino di: FRANCESCA MARIA  - portavoce italiana del Movimiento Peronista Tercera Posicion
 
 


La CORRUZIONE è il modo più vile per distruggere i valori dell'essere umano; l'IMPUNITA' è il risultato dell'assenza delle autorità che formano parte della criminalità.” - Juan Anibal Gomez
 
Nei vent'anni in cui ho partecipato come esperto nella Sicurezza Urbana, immaginate quante storie in cui sono passato, che ho osservato, vissuto, che mi hanno raccontato e di cui sono stato testimone... sono innumerevoli per il dolore delle tante vittime che le hanno vissute sulla propria pelle, ma in questa circostanza non spiegherò la situazione partendo dal profilo politico-ideologico, bensì la analizzerò al di là dei fattori multi-casuali che generano l'insicurezza, con i diversi personaggi che, del furto, ne hanno fatto uno stile di vita...
 
La maggior parte delle minacce alla sicurezza umana hanno origine in fattori strutturali come la povertà, l'insicurezza cittadina, la debolezza delle istituzioni democratiche, la corruttibilità dei funzionari pubblici e la mancanza di opportunità; la colpiscono anche minacce di carattere globale come il narcotraffico, il terrorismo, il traffico di armi, il deterioramento dell'ecosistema, ed altri.
 
Non è questo il momento per esporre l'argomento in maniera dettagliata, volevo solo analizzare, genericamente, i profittatori della democrazia, in cui molti si nascondono dietro le ideologie con il fine del profitto che possono utilizzare, andando quindi a generare con questo mezzo affari redditizi. Questi sono i PERMANENTI che hanno la particolarità di usare tutti i mezzi, violenti o non, per raggiungere i propri fini, utilizzando metodi già conosciuti in cui l'importante è sopravvivere, con furti, rapine o omicidi, e sono quelli che gli americani chiamano “stationary bandits”. Ora analizzeremo invece un'altra variabile; la cosa incredibile è che esistono in tutto il mondo, ma mai come qui in Argentina sono emersi, negli ultimi decenni, come una nuova setta opportunista che ha trovato, nella democrazia, il sostentamento al nutrimento che gli da la corruzione, e che vengono chiamati ITINERANTI (roving bandits) per la loro capacità di camuffarsi in diversi ambienti politici e ideologici, restandovi per un determinato tempo per continuare poi con altre funzioni. Normalmente i partecipanti necessari del sistema corrotto che genera la politica appartengono ad un'altra classe di individui, normalmente istruiti, molti dei quali professionisti, che grazie alla mancanza di costruzione politica dei partiti si infilano nel più antico giro d'affari senza rischi, quello del FUNZIONARIO POLITICO; la maggior parte di loro non li ha votati nessuno, ma grazie all'aiuto del politico di turno votato dalla cittadinanza, possono approfittare tranquillamente della situazione, a causa della mancanza di controlli – grazie all'anomia - e grazie ad accordi di silenzi, patti, e ad ogni tipo di influenza che riescono ad esercitare, per realizzare la TRUFFA al partito, al cittadino e all'erario dello Stato. Sono personaggi funesti, ipocriti e senza scrupoli, che si nascondono nell'anonimato, salvo che, a causa della loro mancanza di maturità e saggezza, risaltino in maniera mediatica per la loro eccentricità e per il proprio stile di vita stravagante; sono da temere perché uccidono in un altro modo, tramite le necessità della gente che dicono di difendere o rappresentare, senza contribuire alle problematiche, ma stando ovunque riescano ad applicare la loro giustizia ed autorità; sono negligenti, ma attaccano come iene sulla preda quando si tratta di denaro e di affari.
 
 

La corruzione cresce con i cattivi funzionari itineranti (roving bandits) di primo livello che vendono le concessioni e si impadroniscono della ricchezza del paese, come i burocrati, che cinicamente si presentano davanti al Paese non senza aver prima cantato l'inno che è costato tanto sangue ai veri patrioti argentini; soggetti che si drogano e che sono complici dei criminali del narcotraffico con cui si sono associati per fare i prestanome ed essere proprietari di locali e centri commerciali, e per diventare vincitori di gare d'appalto che il governo corrotto ha già definito; quelli che si danno colpi al petto affinché la gente li veda andare in chiesa, e che contribuiscono con le loro donazioni alle casse di molte sette che si sono diffuse negli ultimi anni, che hanno origini di altri paesi e la cui vocazione non ha nulla a che fare con l'arricchimento in nome di Dio.



La lotta di classe, per il diritto alla vita e alla libertà continua a manifestarsi, ma si è indebolita a causa del grande potere economico che proviene dalla corruzione. L'IMPUNITA' persiste nella giustizia che non arriva perché la corruzione non gli permette di avanzare; è noto che estorsioni e sequestri vengono perpetrati dai comandi della polizia stessa la cui corruttibilità è al massimo.
 


Perciò, mischiata con l'odio e il risentimento della classe emarginata, la vendetta si scaglia contro la società che lavora, che rispetta la legge, che custodisce gelosamente il suo patrimonio, e che si trova in mezzo a due fuochi, vittima del cattivo governo e dei delinquenti, perseguitata dal terrorismo e dalla paura che costantemente si rivela davanti ai suoi occhi come il mostro indistruttibile che ha lasciato crescere dal momento in cui l'ha visto nascere.
 
 
Così, nella nostra attuale Argentina, stiamo ancora peggio che dopo la cosiddetta Decada Ganada (decennio vincente N.d.T.) un decennio di sconfitte, con oltre 25.000 vittime per l'insicurezza, con funzionari impuniti, violenza, drogati, giovani alcolizzati abbruttiti dall'impunità instaurata, in cui la questione è vivere, ma mai lavorare; così stiamo abbandonando i valori e i principi che formano la buona convivenza e che in passato sono stati uno stile di vita argentino, rispettando la vita, e auspicando un Paese migliore, perché se lo merita... noi ce lo meritiamo...
 
JUAN ANIBAL GOMEZ


 
 
 

 
 

 
 
 





mercoledì 2 aprile 2014

TRIBUTO AI CADUTI DELLE MALVINAS E AI LORO FAMILIARI di JUAN ANIBAL GOMEZ - genio trasmissioni dell'Armata della Repubblica Argentina (A.R.A.)

Traduzione di: FRANCESCA MARIA - portavoce italiana del MP3 Peronista


Cari fratelli argentini, familiari dei nostri eroi caduti nelle Malvinas, il vostro dolore non potrà mai essere consolato dinnanzi la perdita dei vostri cari, ma dovete essere orgogliosi di essere parenti dei 649 eroi caduti in combattimento, che hanno dato la loro vita in difesa di una terra che è e sarà sempre parte della nostra Patria; nella storia sono state dimenticate le pagine rosse scritte con la vergogna e con il sangue degli argentini, così come il dare tutto per la Patria, che invece sono gli esempi da seguire soprattutto oggi, vista la carenza di patriottismo dei nostri tempi, in cui si ragiona con lo stomaco e si agisce per i propri interessi, anziché con il cuore e come sentimento dell'essere argentini.

Non restano esempi di patriottismo come quelli che ci hanno lasciato le gesta delle Malvinas, quando con il petto ci si mise di fronte agli interessi e alla politica, e a quelli che pretesero di usare i negoziati, dimostrando il rispetto del giuramento che ci ordinava il nostro glorioso inno: giuriamo di morire con gloria!

Ogni goccia di sangue versato è un seme di libertà piantato dal coraggio del soldato argentino, che ci è stato lasciato e trasmesso affinchè la lotta continui, in pace, ma con la ferma convinzione e garanzia di averlo sigillato con il sangue degli eroi, contro il dispetto e la rozza flemma degli inglesi che, a Bahia Agradable, l'8 giugno del 1982, hanno sentito il rigore dei nostri aerei così come quello dei nostri cannoni di Monte Tumbledown, del 5 BIM – 5 Battaglione di Fanteria della Marina – fiero battaglione della marina che, sommandosi a 200 soldati della fanteria, respinse 6 attacchi per terra, per aria e per mare, lottando contro forze d'elite, “le guardie scozzesi”; sentendo come cantavano i nostri soldati in battaglia, fino all'ultimo sparo dei cannoni, il sottufficiale in prima della fanteria di marina Carlos Acuña, la sera del 14 giugno, lasciò uscire il fumo dal suo cannone.
 
Sono stati 73 giorni di dura guerra, in cui i ragazzi sono diventati uomini, e gli uomini sono diventati soldati, con 649 perdite e 1082 feriti... che con orgoglio offrirono il loro coraggio al combattimento, lasciando 237 tombe nel cimitero di Darwin, restandovi appostati a guardia eterna difendendo l'onore argentino e continuando a combattere per un pezzo della nostra Patria, e qui, cari familiari, dove esistono patrioti e non pacifisti, dimostreremo agli inglesi che non dimenticheremo mai i nostri eroi, mai saremo stranieri nella nostra terra, e che fino alla fine della nostra vita, la causa delle Malvinas sarà un giuramento, che non dimenticheremo mai e per cui lotteremo sempre!
 
Per questo motivo, e come veterano di questo conflitto, in cui ho perso amici e compagni, desidero che le mie umili parole possano alleviare in parte il vostro dolore, e voglio dirvi che siamo orgogliosi di voi, per averci dato degli esempi da seguire e per aver donato le vostre vite alla Patria. Mi inginocchio davanti ad ognuno di voi, e prego con voi per ogni anima che dalle Malvinas è salita nel Regno dei Cieli, Amen.