lunedì 16 marzo 2015

SICUREZZA: COS’E’ UNA RETE? A CHE SERVE? DA CHI E’ COMPOSTA? PREVENZIONE DEL CRIMINE CONTRO LA MANCANZA DI SICUREZZA. DI JUAN ANIBAL GOMEZ


Traduzione di: Francesca Maria
 
 
Partecipazione sociale nella sicurezza urbana.
Rete solidale vicinale
Cos’è una rete vicinale?
E’ una forma di organizzazione che ha lo scopo di raggiungere determinati obiettivi in tema di sicurezza. Si realizza con la volontà individuale che va a sommarsi ad altre nell’ambito dello stesso isolato, quartiere o parte di esso, raggruppandosi con lo scopo di agire in maniera sia passiva che attiva su ogni situazione delinquenziale della zona, apportando idee e soluzioni per la prevenzione del crimine.
Quali sono i vantaggi di una rete?
Potenzia e ottimizza le risorse individuali, con la costituzione di un’organizzazione vicinale minima, che genera legami di solidarietà tra i suoi membri. Questa organizzazione include il vicino ponendo fine al suo isolamento e incorporandolo in un gruppo di suoi pari, permettendo di sviluppare e applicare una strategia in accordo ai bisogni della comunità. La rete così formata riunisce al suo interno le capacità di ogni membro, permettendo di sviluppare un lavoro di squadra sostenuto dalla sua legittima rappresentazione vicinale, gestendo le tematiche della comunità e mettendole in relazione con le distinte aree di governo, di polizia, giudiziarie ecc.
Perchè una rete di prevenzione del crimine?
Da oltre due decadi il tema della mancanza di sicurezza nella città di Buenos Aires sta andando a crescere con diversi problemi congiunturali, originati nell’AMBA (Area Metopolitana Buenos Aires) e che colpiscono la giurisdizione della nostra città. Osservandone l’incremento così come la quantità di fatti delittuosi ed il loro livello di violenza, si può trovare nella Rete Vicinale uno degli strumenti solidali per l’ideazione di un piano di prevenzione del crimine. Attraverso scarsi risultati, si osserva un’immagine di inefficienza sie delle forze di sicurezza che della giustizia nei confronti della comunità, che ha generato una miscredenza nella stessa, evidenziata dal basso livello di denunce. Il lavoro della Rete rappresenta un immenso valore aggiunto nello scopo di migliorare la prevenzione del crimine, conformando le riunioni mensili in ogni CGPC (NdT Centri di Gestione e Partecipazione Comunale) e/o riunioni nei singoli quartieri o isolati, poichè è davvero molto quello che il cittadino può fare e sviluppare per migliorare la situazione della sicurezza locale.
Come lavora una rete?
I membri di uan rete di prevenzione devono riunirsi e stabilire i momenti in cui sono più esposti al pericolo, segnando gli orari critici (uscita e rientro a casa, garage, negozio, orari scolastici e lavorativi, vacanze ecc.). devono realizzare un’analisi dei crimini commessi nell’ultimo mese nel proprio quartiere o in prossimità della zona coperta dalla protezione della rete e sviluppare un piano di prevenzione. Dovranno aumentare l’osservazione del quartiere, durante gli orari critici, prestando particolare attenzione ai segnali sospetti di una possibile attività criminale prossima (persone estranee, atteggiamenti sospetti, vicini che rientrano a casa con persone sconosciute, veicoli occupati da persone in atteggiamento sospetto di osservazione o attesa ecc) Come elemento dissuasorio si identificherà l’area posta sotto il controllo della rete con cartelli posti sui pali della luce, del telefono, elettrici o ovunque i vicini ritengano più conveniente, indicando che nel dato quartiere tutti i vicini sono organizzati in una rete di prevenzione. Il commissariato di zona dovrà essere informato della suddetta rete onde avviare un rapporto di reciproca collaborazione nella prevenzione del crimine. Bisognerà verificare che l’illuminazione pubblica sia adeguata e sufficiente e promuovere la presenza dell’illuminazione presso l’entrata di ogni domicilio. Bisognerà stare a fianco dei vicini che si assentano per periodi prolungati, eliminando i segni identificatori della proprietà che resterà disabitata, ad esempio portando rifiuti al cassonetto di zona, ritirando la corrispondenza, ecc. I membri della rete devono istruire adeguatamente tutto il proprio gruppo familiare, specialmente gli anziani e i bambini. I vicini partecipanti dovranno scrivere i propri dati, nome, cognome, indirizzo e numero di telefono in un modulo di sottoscrizione che verrà stampato in duplice copia, una per ogni membro della rete ed una per i coordinatori del piano di prevenzione del crimine. Ogni rete dovrà fare una sorta di diario, in cui verranno registrati i nomi dei membri e i fatti che avvengono nella zona e che richiedono l’intervento della polizia.
Struttura di una rete.
Le reti possono organizzarsi per isolato, per zona o per quartiere.
Situazioni di rischio.
Si considerano 2 situazioni di rischio:
Atteggiamento sospetto: bisogna in prima istanza consultarsi con gli altri aderenti al fine di valutare la situazione, migliorare l’osservazione e identificazione degli individui o dei veicoli coinvolti. Se il sospetto persiste si procederà a chiamare la polizia apportando la maggiore quantità di dati possibili e facendogli notare che si tratta dei vicini partecipanti al piano di prevenzione del crimine.
Crimine in corso: in questo caso bisogna chiamare immediatamente la polizia al numero d’emergenza 911 e/o al numero diretto che possiede la rete del commissariato di zona della suddetta giurisdizione, informando che si sta assistendo ad un crimine in corso. Gli aderenti non devono mai immischiarsi fisicamente lottando contro i delinquenti, possono gridare o fare rumore purchè sufficientemente protetti e con l’unica intenzione di provocare l’interruzione del fatto. Devono osservare i delinquenti cercando di memorizzare il maggior numero di dettagli degli stessi, come la quantità, la strada di fuga, veicoli, colore, numero di targa, ecc. dati che poi verranno trasmessi con maggiore brevità possibile al personale di polizia per facilitarne la persecuzione. Bisognerà prestare aiuto alla vittima, chiamando il 107 e facendola trasferire in un centro assistenziale.
Regole e responsabilità
Il vicino non è obbligato a partecipare. Dovrà, secondo le sue convinzioni, rispettare i suoi doveri e diritti di cittadino. Il tempo di partecipazione verrà definito per ogni aderente in forma individuale. Il vicino non dovrà trasformarsi nè in poliziotto nè in informatore. Assumerà solo il ruolo che gli compete in quanto cittadino, nell’espressione del lavoro in difesa della sua vita, della sua famiglia e della sua proprietà. L’adesione al progetto implica la partecipazione attiva del gruppo familiare. I minorenni devono essere educati alla propria tutela personale, e se dovessero notare qualcosa di strano, devono avvertire un adulto affinchè prenda una decisione pertinente. Il pattugliamento preventivo alla maniera di poliziotti armati è severamente proibito e controindicato per il fatto di essere pericoloso ed implicare seri problemi legali. Ogni rete deciderà la sua modalità di lavoro (allarmi, coordinatori per isolati, distribuzioni di compiti, orari di rischio ecc). Sistemi simili funzionano già in altri paesi (Inghilterra, Unione Europea ecc) essendo molto efficaci: infatti riducono l’incidenza criminale, aiutano al suo rilevamento, facilitano i procedimenti giudiziari e diminuiscono la sensazione d’insicurezza dei suoi abitanti. L’Inghilterra conta 157.000 programmi di osservatori comunitari che coprono l’estensione di 6.000.000 di case e interessano 10.000.000 di persone. Le reti saranno il punto di partenza per il posteriore sviluppo di attività comunitarie e altre azioni non strettamente vincolate alla sicurezza. Le reti si raggruppano, si uniscono e cooperano con altre reti del posto, zona, provincia o paese e/o internazionalmente con altre reti, facendo confluire un’informazione veritiera che unifica criteri ed esperienza sul tema della sicurezza urbana, creando eventi di pubblico interesse come giornate, congressi, convegni ecc.
CONTRIBUTO DEL PROGRAMMA DEL PIANO DI PREVENZIONE DEL CRIMINE DEL GOVERNO DELLA CITTA’ DI BUENOS AIRES E DELLA RETE DI PROTEZIONE VICINALE DEL QUARTIERE DI NUÑEZ Y SAAVEDRA.