domenica 28 luglio 2013

DIECI ANNI DI MORTI


25.200 MORTI PER L’INSICUREZZA, 125 MORTI E 1.121 FERITI PER INCIDENTI FERROVIARI
Questo sabato il governo Kirchnerista in Argentina compie 10 anni, un periodo di tempo maggiore di quello in cui ha governato Juan Domingo Peròn (1946-1955) e superato finora solo dal peronista Carlos Menem (1989-1999). La presidente Cristina Fernández de Kirchner, anch’essa peronista, dice che è stato il decennio vincitore. L’opposizione, al contrario, lo definisce il decennio perdente. Noi, Foro Seguridad Urbana en Redes (foro di sicurezza urbana) e Red Amparo (rete di protezione) lo chiamiamo “il decennio della Morte Silenziosa” in cui l’Insicurezza e la Corruzione, mai casuali, sono stati i fattori determinanti che hanno causato gravi conseguenze per la Società Argentina, e che le diverse autorità hanno tentato di mascherare come “sensazione” quando si tratta invece della dura realtà: la Morte per l’Insicurezza.

Pochi sanno cosa succede dopo un evento in cui ci sono delle vittime. Le famiglie dei morti o dei feriti non solo ne subiscono le conseguenze che perdurano nel tempo, come il dolore, l’angustia, la disperazione, la solitudine e l’impotenza, disturbi psicologici, panico ecc. ma, oltre a tutto questo, nella maggior parte dei casi devono anche combattere contro l’ingiustizia, perché non vengono mai date da parte della giustizia le penalità punitive in risarcimento al danno subito dalle vittime, arrivando in molti pochi casi ai verdetti finali nonostante gli sforzi della Polizia e/o giudiziali. “QUANDO SI UCCIDE UNA PERSONA, SI UCCIDE UNA FAMIGLIA”


IL PAESE CHE NON VUOLE VEDERE! IN 10 ANNI!
MENTRE LE SIG.RA PRESIDENTE FESTEGGIA E DICE DI DIFENDERSI DA CHI LA AGGREDISCE, NOI SEPPELLIAMO I NOSTRI MORTI PER L’INSICUREZZA… CI DISPIACE NON POTER FESTEGGIARE CON LEI…
Durante gli ultimi 10 anni in Argentina sono state ammazzate in media 7 persone al giorno. Secondo le statistiche ufficiali, tra il 1991 e il 2009, più di 50.000 persone sono state vittime di omicidi nel nostro Paese. Se si considera che l’anno scorso il ministro Nilda Garrè ammise che anche essendo “una delle più basse del continente” il tasso di omicidi ruotava intorno ai 5,5 ogni 100.000 abitanti, bisognerebbe aggiungere a questa cifra tremenda non meno di 4000 morti violente.

L’ultima statistica ufficiale dei delitti del Paese pubblicata dal Potere Esecutivo Nazionale è quella degli eventi del 2009, che ha portato a 50.214 la serie di omicidi intenzionali. Nonostante ciò, la scorsa settimana il segretario per la Sicurezza Interna, Sergio Berni, ha calcolato che nella Capitale il tasso di omicidi era di “cinque ogni 100.000 abitanti”, il che farebbe di Buenos Aires “una delle città più sicure d’America”. Le statistiche a noi segnalano 7 morti al giorno in Argentina.


di JUAN ANIBAL GOMEZ – FONDATORE E COORDINATORE MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION, FORO SEGURIDAD URBANA, RED AMPARO, DIRIGENTE COMUNALE, POLITICO E SOCIALE, EX VETERANO DELLE MALVINAS


Traduzione dall’argentino a cura di FRANCESCA MARIA  – PORTAVOCE ITALIANA DI JUAN ANIBAL GOMEZ E DEL MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION



venerdì 26 luglio 2013

IN RICORDO DI EVA PERON


IL NOSTRO RICORDO A 61 ANNI DALLA SCOMPARSA DELLA PORTABANDIERA DEI POVERI, EVA PERON!

26 Luglio 1952: Eva Peròn venne a mancare e divenne la bandiera dei poveri.

Il suo amore incommensurabile per i nullatenenti , la sua lotta appassionata per la giustizia sociale e il suo coraggio nell’affrontare i padroni del potere cambiarono definitivamente l’Argentina. La sua vita si spense il 26 Luglio del 1952, ma la sua fiamma arde in eterno nella coscienza del popolo argentino. Guardate i video. Alle 20:25 del 26 Luglio, il popolo argentino fu avvolto in un lutto incomparabile. Evita era morta, ma il suo fuoco divenne la bandiera della liberazione dei poveri, nonostante l’oltraggio delle classi abbienti che celebrarono pubblicamente la scomparsa fisica della donna che fu il ponte più diretto tra Juan Domingo Peròn e i lavoratori.

MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION

“Non sono mai rimasta nelle retrovie della sua lotta. Sono sempre stata in prima linea: combattendo le giornate brevi e le lunghe notti del mio desiderio, infinito come la sete del mio cuore, portando a compimento due doveri. Non so quale dei due fu più degno di una vita piccola come la mia, ma dopotutto la mia vita! Uno, combattere per i diritti del mio popolo. L’altro, guardare le spalle di Peròn.”

EVA PERON





domenica 14 luglio 2013

CONVOCAZIONE DELLA PROSSIMA MARCIA - 8 A



ABBIAMO FATTO TANTE MARCE E ABBIAMO TANTE STORIE VISSUTE… MA ADESSO CARI AMICI E PATRIOTI ARGENTINI, NON E’ L’ORA DELLA RIVALSA… E’ ORA DI RIFLETTERE E DI PENSARE A CHE TIPO DI PAESE  VOGLIAMO… SE QUELLO DEI PRINCIPI MORALI, ETICI E DEL RISPETTO DELLA PIENA LIBERTA’ DEI DIRITTI, O UN PAESE ORIENTATO A UN’IDEOLOGIA STRANIERA, I CUI VALORI SONO L’OPPRESSIONE, L’INTOLLERANZA, IL  TAGLIO ALLA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE, DELLA COERCIZIONE DEI SUOI MINISTRI, DI LINGUAGGI ESTRANEI ALLA NOSTRA STORIA, DELLA CORRUZIONE ESTREMA DEI FUNZIONARI VOLTA SOLO A ROVINARE IL POPOLO ANDANDO CONTRO I SUOI INTERESSI… VOI SAPRETE COSA DECIDIRE, MA VALUTATE BENE LA COSA PIU’ IMPORTANTE, IL FUTURO… O UN FUTURO DI DROGA PER I NOSTRI FIGLI, O DI LIBERTA’ DI VITA, O UN FUTURO DI MORTE E OMICIDI PER IL NARCOTRAFFICO, O UN PAESE CHE DIFENDE LA VITA… PENSATECI AMICI E DOPO VOTATE… NON VOTATE CON IL CUORE MA VOTATE BENE PER UN CAMBIAMENTO, NON PER IL SISTEMA DOMINANTE , “SOLO IL POPOLO SALVERA’ IL POPOLO” DISSE PERON, E ADESSO E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI CAMBIARE… LA SCELTA E’ NELLE VOSTRE MANI MA ATTENTI! DOMANI POTREBBE ESSERE TROPPO TARDI… TI ASPETTIAMO ALLA CONVOCAZIONE PATRIOTTICA DEL 8 A, 8 AGOSTO 2013… PER LA NASCITA DI UNA NUOVA NAZIONE ARGENTINA!!!

JUAN ANIBAL GOMEZ


LETTERA DEL NOSTRO VICE-PRESIDENTE E CO-FONDATORE DEL MP3 JUAN ANIBAL GOMEZ - AI COMPAGNI



Stimati amici e compagni di lotta nelle diverse tematiche sociali, entrai in politica nel 2002, aprendo poi le porte del Movimiento Peronista al di là della mia carriera commerciale e sociale; da sempre porto nell’anima il pensiero del popolo per il popolo; chi mi conosce sa chi sono, a chi non mi conosce lo spiegherò; nel 2004, su invito speciale del Dr. Carlos L. Traboulsi, fui accolto nel Partito Democratico Cristiano in cui ricoprii diversi incarichi fino a diventare il responsabile di campagna nel 2009, anno in cui insieme a un gruppo di compagni, specialmente ADALBERTO ASSAD, fondammo il Movimiento Peronista Tercera Posicion, un movimento politico nuovo, di ascendenza ecumenica e di spirito rinnovatore del Peronismo, un movimento interpartitario di Democrazia Cristiana che genera nei diversi spazi politici gli agganci necessari per diventare governo in base agli ideali che sorreggono il partito democratico cristiano ed il Peronismo; per questo motivo, nel 2003 mi candidai a legislatore per il Peronismo, nel 2007 e nel 2009 con Democrazia Cristiana, e quest’anno, essendo Convencional Metropolitano* per il Comune 13, ho partecipato alle elezioni interne di Democrazia Cristiana e, previo accordo politico con ASSAD e con il Dr. CARLOS TRABOULSI, recentemente eletto Presidente della Giunta del Distretto Capitale di Democrazia Cristiana, parteciperò come candidato a Senatore (1° supplente) per il Partito Federale, accompagnando i  compagni Peronisti, in questo caso l’ambasciatore Hector Flores, 1° candidato, un uomo eccellente, rispettoso ed istruito nelle basi del Peronismo; per questo motivo vi informo che parteciperò a queste elezioni primarie nella Lista 8, di colore Verde.

A tutti i miei amici, compagni, vicini e cittadini, come sempre mi impegno per ciò che rappresento e che vado a realizzare, offrendo il mio cuore e la mia forza, sempre per gli ideali e i diritti cittadini, soprattutto in tema di SICUREZZA e di CORRUZIONE, per una Patria di valori e principi che mai dovremo lasciare nelle mani vacillanti di chi ha trasgredito l’ordine a favore dei propri interessi, tradendo la democrazia, la nostra Argentina, la Patria!!!

Grazie di cuore a tutti, spero che mi sosterrete in questa dura lotta. Un abbraccio fraterno e benedizioni a tutti.

JUAN ANIBAL GOMEZ

*(N.d.T. la Convencion Metropolitana è la massima e suprema autorità di distretto)

Traduzione di: Francesca Maria – Portavoce italiana di Juan Anibal Gomez e del MP3

mercoledì 10 luglio 2013

9 LUGLIO FESTA DELLA PATRIA


FELICE FESTA DELLA PATRIA A TUTTI GLI ARGENTINI
SPECIALMENTE ALLE COMPAGNE E AI COMPAGNI PERONISTI!

MP3 PERONISTA

lunedì 8 luglio 2013

GIORNATA DELLA COCCARDA NAZIONALE ARGENTINA


COMPAGNE E COMPAGNI, OGGI 18 MAGGIO SI COMMEMORA LA GIORNATA DELLA COCCARDA NAZIONALE… USATELA COL RISPETTO PER CIO’ CHE RAPPRESENTA… I VALORI E I PRINCIPI PER AMARE LA NOSTRA REPUBBLICA ARGENTINA PARTONO DAL RISPETTO PER I SIMBOLI PATRII A DISCAPITO DI TUTTO… COME DISSE IL GENERALE PERON, PRIMA VIENE LA PATRIA, SECONDO IL MOVIMENTO, E DOPO GLI UOMINI… 
VIVA LA PATRIA!!!


“SIA LA COCCARDA NAZIONALE DELLE PROVINCE UNITE DEL RIO DE LA PLATA DI COLORE BIANCO E CELESTE” DECRETO DEL 18 FEBBRAIO 1812 DEL POTERE COSTITUITO DEL TRIUMVIRATO (COMPOSTO DA MANUEL DE SARRATEA, JUAN JOSE’ PASO E FELICIANO ANTONIO CHICLANA, E BERNARDINO RIVADAVIA COME SEGRETARIO)



di JUAN ANIBAL GOMEZ – FONDATORE E COORDINATORE MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION, FORO SEGURIDAD URBANA, RED AMPARO, DIRIGENTE COMUNALE, POLITICO E SOCIALE, EX VETERANO DELLE MALVINAS

Traduzione dall’argentino a cura di FRANCESCA MARIA  – PORTAVOCE ITALIANA DI JUAN ANIBAL GOMEZ E DEL MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION


7 MAGGIO - GIORNATA DI EVA PERON


PER ME E' UN PIACERE ED UN GRANDE ONORE POTER PARLARE AI PERONISTI DA QUESTA TRIBUNA E SOPRATTUTTO POTER FARGLI GIUNGERE LA MIA MODESTA VOCE IN UNA DELLE MATERIE PREFERITE DAI PERONISTI: LA STORIA DEL PERONISMO. QUANDO IL DIRETTORE DELLA SCUOLA SUPERIORE PERONISTA MI CHIESE DI FARE UN CORSO STRAORDINARIO SU DI ESSA, NE AVVERTII L'IMPORTANZA E VALUTAI LA RESPONSABILITA' CHE COMPORTAVA PER ME IL NARRARE IN UN CERTO MODO LO STRAORDINARIO CAPITOLO CHE STIAMO VIVENDO DELLA NOSTRA STORIA E CHE LE GENERAZIONI A VENIRE SAPRANNO APPREZZARE, PERCHE' CON ESSO STIAMO COSTRUENDO LA GRANDEZZA DELLA NOSTRA NAZIONE.


PERON HA DETTO: "LA VERA DEMOCRAZIA E' QUELLA NELLA QUALE IL GOVERNO FA CIO' CHE VUOLE IL POPOLO, E CHE DIFENDE UN SOLO INTERESSE: QUELLO DEL POPOLO"

BEATI I POPOLI CHE HANNO UN CONDOTTIERO CHE AGISCE E PENSA COME IL NOSTRO GRANDE CONDOTTIERO, MAESTRO E GUIDA, IL GENERALE PERON.

EVA PERON


Contributo di JUAN ANIBAL GOMEZ – FONDATORE E COORDINATORE MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION, FORO SEGURIDAD URBANA, RED AMPARO, DIRIGENTE COMUNALE, POLITICO E SOCIALE, EX VETERANO DELLE MALVINAS

Traduzione dall’argentino a cura di FRANCESCA MARIA – PORTAVOCE ITALIANA DEL PRES. JUAN ANIBAL GOMEZ E DEL MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION


LA FESTA DEL LAVORO di JUAN ANIBAL GOMEZ

Traduzione dall’argentino a cura di FRANCESCA MARIA  – PORTAVOCE ITALIANA DEL MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION
 

(Nella nuova Argentina il lavoro è un diritto che crea la dignità dell'uomo ed è un dovere perchè è giusto che ognuno produca almeno ciò che consuma)


“Per il Peronismo non esiste che una sola classe di uomini: quelli che lavorano”

Compagne e compagni, dobbiamo osservare come nella vita attuale il lavoro possa essere un fastidio per alcuni e una necessità per altri, ma si è sempre detto che il lavoro nobilita l’essere umano in quanto tale, e nei principi di convivenza sociale e morale il lavoro occupa insieme alla salute e all’educazione le basi solide che sostengono la MORALE di un Paese. Il nostro leader lo ha definito in questo modo: “Il lavoro è la suprema dignità dell’uomo. Nella comunità argentina non esiste che una sola classe di uomini. Quella dei lavoratori”

Il fondamento del perché lavoriamo? Perché semplicemente da dignità a tutti gli uomini e donne, a partire dagli stipendiati che portano il meritato sostentamento alle loro famiglie, con il loro sacrificio, fino ai volontari sociali non remunerati, che trasformano i loro ideali in azioni, per il solo scopo di fare del bene al prossimo.

E’ verità che noi Argentini soffriamo di un sentimento vuoto per il lavoro, perché da quando la politica falsamente denominata Peronismo ha pensato di tenere prigionieri i voti grazie all’Assistenzialismo, ci troviamo da più di una decade con la lenta distruzione della cultura del Lavoro, per cui oggi ci sono ragazzi dai 12 ai 20 anni che non hanno mai visto lavorare i propri genitori per il fatto di avere l’assistenza sociale anziché il degno lavoro per guadagnarsi da vivere con le proprie capacità, la propria attenzione, volontà di sacrificio e amore per ciò che si è e si fa. Il Generale Peròn ci ha detto chiaramente: “Le due braccia del Peronismo sono la Giustizia Sociale e l’Aiuto Sociale. Con essi diamo al popolo un abbraccio di giustizia e di amore”.

Quando un Governo basa il suo sviluppo sociale solo sull’assistenzialismo è chiaro che crolla la sua capacità di governare nell’ambito dello sviluppo di strategie e programmi di Politica Pubblica che vadano a muovere il duro ingranaggio dell’economia di un Paese, sia essa la produzione agricola, l’industria, il commercio o la finanza. Non esistono ideologie più astratte e assurde così come incoerenti di quelle di voler governare un Paese basandosi sulla creazione della cultura dell’opportunismo e del vagabondaggio in luoghi come i sobborghi delle grandi città, un tempo poli dell’industria, in cui oggi regna ogni giorno di più il falso protagonismo del vivere sovrastando gli altri in qualsiasi modo, tutti tranne quello del lavoro, lasciando periodi della propria vita senza educazione, con vuoti di ozio, con chiari problemi esistenziali, senza sapere chiaramente perché e per cosa si vive, senza avere le opportunità che lo Stato dovrebbe dare come garanzia di giustizia sociale contro l’esclusione sociale e per l’uguaglianza nelle opportunità, creando così dinnanzi la mancanza di aspettative certe un terreno fertile per il Narcotraffico, che utilizza le necessità del popolo come arma per creare la cultura del RISENTIMENTO, rompendo le differenti condizioni sociali e trasformandole in divari che tutti noi sappiamo sfociare in guerre sociali come in Messico o in Colombia. Il Generale Peròn ci ha detto: “Dalle qualità e dalle virtù che possiedono i condottieri dipendono, nel loro grado maggiore, le qualità e le virtù dei propri uomini”; osserviamo chiaramente come gli pseudo dirigenti attuali che ci governano lascino molto a desiderare in quanto a qualità, sia come dirigenti che come persone.

Il Movimiento Peronista Tercera Posiciòn, augura una BUONA FESTA DEL LAVORO a tutti gli abitanti della nostra Repubblica Argentina che interpretano il LAVORO come unica soluzione per il cambiamento e la difesa della cultura del nostro Paese, sperando con fede che tutti i compagni e i fratelli che sono senza il proprio meritato lavoro possano trovarne uno dignitoso.

Un abbraccio fraterno a tutta la nostra società lavorativa come compagne e compagni Peronisti. BUONA FESTA DEL LAVORO!


JUAN ANIBAL GOMEZ
FONDATORE E COORDINATORE MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION, FORO SEGURIDAD URBANA, RED AMPARO, DIRIGENTE COMUNALE, POLITICO E SOCIALE, EX VETERANO DELLE MALVINAS

 

L'ULTIMO MESSAGGIO DI EVITA NEL DICEMBRE DEL 1951, PRIMA DELLE FESTE, COSTRETTA A LETTO DALLA SUA MALATTIA

In omaggio a Evita, per queste feste natalizie e di nuovo anno, lasciamo ai compagni e alle compagne peronisti  l’ultimo messaggio di Evita del dicembre 1951, prima delle feste, sdraiata nel suo letto a causa della sua malattia…

Nel dicembre del 1951, Evita lesse dal suo letto di inferma il suo messaggio natalizio, rilasciato e trasmesso per radio in tutta la nazione. Eccone un frammento:

“ Tutti gli anni, la vigilia di Natale ci riunisce nell’immenso focolare della Patria.

Questa notte facciamo una tregua di amore nel cammino delle nostre lotte e dei nostri affanni, e pensiamo solo alle cose buone e belle che ci ha regalato la vita nell’anno che si sta chiudendo tramontando come una cometa nell’orizzonte dell’eternità e lasciandoci una scia di ricordi nell’anima.

In tutti i luoghi del mondo, uomini e donne, anziani e bambini di tutti i popoli, in questo istante meraviglioso stanno rendendo omaggio all’amore e stanno incendiando nei loro cuori le lampade votive dei loro ricordi migliori. Perché non facciamo lo stesso nel focolare immenso che è la nostra terra? Non siamo forse una grande famiglia?

Presiede la mensa invisibile della nostra vigilia natalizia la figura di Perón, il nostro leader, il nostro condottiero e amico. Egli sta qui, sopra tutti noi, che guarda oltre l’orizzonte con la mano ferma posta sopra il timone dei nostri destini e con il suo cuore straordinario incollato ai sogni e alle speranze del suo popolo. La prima cosa che ho in mente è quella di ringraziare Dio, perché al centro di un mondo quasi definitivamente dimenticato dall’amore, noi crediamo nel suo potere e nella sua fecondità, e possiamo annunciare la buona notizia del suo avvento per il cammino del giustizialismo.

Per questo esultiamo e ci rallegriamo della festa di questa notte.

Più di diciannove secoli fa, Dio elesse gli umili pastori di Betlemme per annunciare l’avvento della pace agli uomini di buona volontà. Su quel messaggio, gli uomini malvagi hanno accumulato secoli di guerre, di crimini, di sfruttamento e di miseria, precisamente a costo del dolore e del sangue dei popoli umili della terra.

Dio ha fatto grandi cose tra noi, disfacendo l’ambizione nel cuore dei superbi, derubando del trono i potenti, magnificando gli umili e colmando di beni i poveri.

Per questo la vigilia di Natale ci ruba il cuore con l’armonia dei suoi incanti prodigiosi, perché la vigilia è nostra, è la notte dell’umiltà, la notte della giustizia. E il giustizialismo che Perón ci ha insegnato e regalato come una realtà meravigliosa con le sue mani, è precisamente questo, è qualcosa simile all’eco vibrante dell’annuncio che ricevettero i pastori o come il riflesso incendiato della stella che segnò, nella note degli uomini, la nascita divina di una redenzione straordinaria.

So che tra molti anni, in questa stessa notte quando gli argentini  si lasciano accarezzare dai ricordi e con le loro ali ritornano nel passato, torneranno in questi anni della nostra vita e diranno melanconicamente: eravamo più felici allora. Perché la verità, l’indubbia verità è che tutti siamo più felici ora che prima di Perón. Non tanto per i beni materiali che possediamo, ma per la dignità che ci ha dato con il suo infaticabile sforzo. Se la nostra felicità risedesse solamente nelle ricchezze materiali che possediamo, non avremmo diritto di essere felici. Ma noi siamo felici perché nel seno della grande famiglia giustizialista che formiamo, siamo tutti figli della stessa Patria, con gli stessi diritti e gli stessi doveri.

Non vogliamo vanagloriarci con orgoglio di ciò che siamo né di ciò che abbiamo, ma questa notte, propizia per gli aspetti del cuore, sentiamo la necessità di dire a tutti gli uomini e le donne del mondo il semplice segreto della nostra felicità che consiste nell’accogliere la buona volontà di tutti perché regnino giustizia e amore.

Per prima la giustizia, che è la base dell’amore.

Non può esserci amore dove ci sono sfruttatori e sfruttati. Non può esserci amore dove ci sono oligarchie dominanti piene di privilegi e popoli indigenti e disperati. Perché gli sfruttatori non potranno mai sentirsi fratelli dei loro sottomessi e nessuna oligarchia potrà dare a nessun popolo l’abbraccio sincero della fraternità.

Il giorno dell’amore e della pace arriverà quando la Giustizia spazzerà via dalla faccia della terra la razza degli sfruttatori e dei privilegiati, e si compierà inesorabilmente la realtà dell’antico messaggio di Betlemme rinnovato negli ideali del Giustizialismo Peronista.

Con queste mie ultime parole, è arrivato il momento degli auguri e dei desideri.

Qui, al mio fianco, al capezzale della mensa familiare che ci riunisce tutti sotto il cielo stellato della Patria, c’è il nostro condottiero e il nostro leader.

Il primo augurio del mio brindisi è per lui: che sia sempre felice, che lo accompagni sempre l’affetto di tutti voi, per molti anni fino alla fine dei suoi anni, perché se lo merita come premio per i suoi sforzi e i suoi sacrifici.

L’altro augurio del mio brindisi è per il mio popolo, per tutti voi. E non posso esprimerlo altrimenti che augurandovi semplicemente di essere molto felici, sempre più felici.

E infine, mi permetto di riunire simbolicamente il calice con cui brinda ognuno di voi con il mio, che contiene lo stesso umile sidro, con la stessa semplicità dei nostri cuori. Alzo al cielo con esso i desideri, i sogni e le speranze di tutti, perché in questa notte prodigiosa l’amore infinito li tocchi con la bacchetta dei suoi miracoli e li trasformi in realtà.”

MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICIÓN

JUAN ANIBAL GOMEZ - FONDATORE E COORDINATORE MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION, FORO SEGURIDAD URBANA, RED AMPARO, DIRIGENTE COMUNALE, POLITICO E SOCIALE, EX VETERANO DELLE MALVINAS

TRADUZIONE DALL'ARGENTINO: Francesca Maria - PORTAVOCE ITALIANA DI JUAN ANIBAL GOMEZ E DEL MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION

UNA STORIA TUTTA PERONISTA… vediamo nelle immagini in basso tre bottiglie di sidro, che si trovano nella Fondazione Eva Perón. Sono chiuse e sono quelle che il Governo Peronista regalava con un panettone approssimativamente nei natali tra il 1946 e il 1954. La prima bottiglia a sinistra è del 1947, quella al centro è del 1952-53, quella a destra è della Fondazione Eva Peron. (Dati di (C) Copyright Mariano Bayona Estradera e Dolors Cabrera Guillén)


giovedì 4 luglio 2013

CAMPAGNA A SOSTEGNO DEL POPOLO ARGENTINO CONTRO L'INSICUREZZA URBANA E CONTRO IL NARCOTRAFFICO

PUBBLICHIAMO E DIFFONDIAMO QUESTO FIOCCO ROSSO  PER ESPRIMERE LA NOSTRA VICINANZA ALLE FAMIGLIE DELLE OLTRE 30.000 VITTIME DELL'INSICUREZZA URBANA E DEL NARCOTRAFFICO E PER SOSTENERE LA CAMPAGNA DEL PRESIDENTE JUAN ANIBAL GOMEZ CHE STA PORTANDO AVANTI QUESTA BATTAGLIA E DI CUI DI SEGUITO PUBBLICHIAMO L'APPELLO

Francesca Maria 
(Movimiento Peronista Tercera Posicion - Portavoce italiana)


Stimati amici, vicini, cittadini e abitanti del nostro paese, siamo stanchi di consegnare le nostre vite e quelle dei nostri figli, padri, madri, nipoti, le nostre proprietà e il nostro dolore, come società e come eroi anonimi, al crimine, a delinquenti e assassini, che ci condannano a morte per il solo fatto di lavorare...
Ci sentiamo soli e con il silenzio come risposta delle autorità politiche, giudiziarie e di polizia, ci ignorano tutti, ci sentiamo soli!!! Non bastano la quantità di marce di ogni paese e città della nostra Patria, come quelle del 13 settembre e del 8 novembre, sembra come se fossimo apolidi, la cosa peggiore è che tutti parlano ma non fanno niente!
Vogliamo giustizia!!! Basta rapine, droga, traffici, basta omicidi, vogliamo che vengano rispettati i nostri diritti umani! Ci sono stati più di 30.000 morti e solo silenzio!!! Fino a quando???
Con questa campagna nazionale cerchiamo di esprimere la nostra angoscia, il nostro dolore, la nostra denuncia e il nostro basta!!! Che la vergogna come risposta di ogni autorità, di ogni funzionario e di ogni politico abbia fine!!! Siamo arrivati fino a qua! Perché tutti siamo vittime!

Juan Anibal Gomez 
(FONDATORE E COORDINATORE MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION, FORO SEGURIDAD URBANA, RED AMPARO, DIRIGENTE COMUNALE, POLITICO E SOCIALE, EX VETERANO DELLE MALVINAS)



lunedì 1 luglio 2013

MODELLO K, PIANI E ASSISTENZIALISMO. FRATTURA SOCIALE, INDIGNATI E RASSEGNATI. DI JUAN ANIBAL GOMEZ


CONSEGUENZE SOCIALI DEL MODELLO “K” O “C” SUGLI ARGENTINI

Potrai ingannare tutti per un periodo; qualcuno lo potrai ingannare per sempre; ma non potrai ingannare tutti per sempre. Abraham Lincoln 1808-1865 – politico statunitense. Le ambiguità e i falsi discorsi non possono nascondere la verità… non quella che crede di vedere il politico senza che essa venga accettata dal popolo, e di conseguenza questa differenza segna i tempi della fine di un modello politico.

Lo straordinario deterioramento delle condizioni di vita della maggioranza della popolazione argentina e l’inedita regressione economica e sociale sono il risultato di un deliberato progetto di concentrazione, saccheggio e genocidio promosso dai settori più potenti, e che si è mantenuto durante gli anni di democrazia al di là dei cambiamenti del partito al governo, dei ministri, delle politiche e delle diverse congiunture interne e nazionali che ci sono state.

Se consideriamo un insieme A di indicatori che mostrano le condizioni di vita della maggioranza, e un altro insieme B che racchiude le variabili di cui beneficiano le minoranze privilegiate e le frazioni più concentrate del capitale in Argentina, vedremo una dinamica di comportamento che può spiegare questa involuzione. Questo è come siamo potuti arrivare a questa situazione, quando siamo appena 40 milioni di persone (su più di 6.800 milioni di persone che vivono su questo pianeta), possediamo uno dei territori più estesi con la più grande varietà di ricchezza (terre, clima, alimenti, energia, ecc) con una produzione agraria in grado di sfamare 400 milioni di persone, ma non possiamo garantire condizioni dignitose di vita e di alimentazione alla maggioranza della nostra popolazione della quale oltre un terzo vive in condizioni di povertà e di grande precarietà.

Il cammino della distruzione del modello vigente è stato lungo e doloroso, con crisi cicliche e tappe post-crisi di relativo recupero, che tuttavia non hanno mai permesso di recuperare il livello precedente la crisi. L’insieme di indicatori A (benefici in generale per la maggioranza) è crollato miseramente in un breve lasso di tempo per lo shock socio-economico, per poi successivamente rimettersi lentamente, ma senza arrivare alla situazione esistente prima dello shock. L’insieme di indicatori B (benefici per il capitale concentrato e la minoranza privilegiata) si è elevato bruscamente in coincidenza con la crisi e con forti aggiustamenti per poi mantenersi più vago nella tappa di recupero, ma senza perdere l’essenziale e restando sempre in una situazione migliore di quella precedente la crisi.

Il “contratto morale”, cioè quello che un governo acquisisce come mandato del popolo, per la sua protezione nell’ambito della qualità della vita, sia equa che integrale, essendo il capitale sociale l’esclusivo interesse politico del governo, purtroppo si è rotto, perché diversi fattori, generati dai suoi stessi errori, hanno stabilito un divario maggiore tra ricchi e poveri, e ne hanno influenzato direttamente e indirettamente il futuro, per mancanza di opportunità e per il restare aggrappati al tetto dato dall’assistenzialismo politico come sopravvivenza…

L’assistenzialismo, in un’epoca di grave crisi sociale così com’è stata quella del 2001, è stato uno strumento indispensabile per arrivare ai settori più compromessi e bisognosi di assistenza sociale ma senza creare posti di lavoro, e, plasmato da discorsi ambigui ma privi di valore, il Paese è crollato nell’evoluzione lavorativa, generando una generale crisi morale di impotenza e di svalutazione umana.

Lamentando che non è stata sfruttata l’ottimizzazione dello sviluppo dei mercati nella produzione agricola e in quella della soia per 6 anni consecutivi si è generata una politica produttiva e lavorativa rimasta solo in titoli di azioni che non si sono mai realizzate, tradendo così le produzioni regionali e di alto valore di cui ha bisogno il mondo, e l’Argentina con questo pseudo-modello è rimasta ad effimeri atti populisti tradendo l’obiettivo peronista e di Evita secondo cui “per ogni necessità di un povero nasce un diritto”, travisato e cambiato in “per ogni necessità di un povero, nasce un affare”, questo è ciò che hanno segnato la corruzione e l’alta spesa fiscale dei grandi negoziati, come le migliaia di milioni dell’ANSSES ecc.

LE REAZIONI POPOLARI, MARCE, PICCHETTI E CORTEI PER LE STRADE

Gli errori nei modelli economici che non sono stati corretti in tempo vengono fatti ricordare dal popolo con l’unico strumento che ha: la reazione popolare. Le ultime 3 mobilitazioni, come la mega-marcia di un milione di persone nella città di Buenos Aires dell’8 novembre 2011, così come in altre 80 città e all’estero, hanno dato non solo un chiaro messaggio al Governo e all’opposizione, ma hanno anche segnato un tempo, e cioè quello della FINE DI QUESTO GOVERNO.

La reazione è stata generata dalla frattura sociale che dopo il 2001 non è mai stata risolta, e la società argentina, secondo lo scrivente, è composta da Indignati e Rassegnati.

Gli indignati sono normalmente di classe media o povera, osservano giorno dopo giorno come i loro diritti vengono ammazzati, violentati e fatti sparire, come quello della cultura al lavoro, che influenzano naturalmente la loro qualità di vita, come l’insicurezza, la disoccupazione, l’ingiustizia, la proprietà privata, la salute, l’educazione ecc. vengono lentamente sprovvisti di valori e principi che sono stati la base della loro educazione e sussistenza per più di 200 anni; che ormai diffidano della politica, ma  rimane loro il fuoco sacro della dignità, non si identificano né a destra né a sinistra, né sono liberali, chiedono solo di poter tornare a credere in una Repubblica Argentina, di valori certi basati sul rispetto, l’uguaglianza e l’integrazione, con la solidarietà per i meno abbienti. Motivi per i quali vanno in strada a far valere i propri diritti.

rassegnati sono un settore molto povero, stipati in baraccopoli o altri insediamenti, che cedono, per necessità di sopravvivenza, al despotismo del rispetto dei codici che le necessità assegnano a chi ha meno possibilità; la maggioranza cade per necessità nelle mani dell’assistenzialismo politico, ma si accresce la loro mancanza di reazione, che si somatizza con la precarietà e la mancanza di opportunità come barriera che gli dà il sistema. Si sentono discriminati, e pertanto si auto discriminano, vivendo e accettando i codici di sopravvivenza, che generano marginalità in alcuni posti, anche facendoli diventare prede del narcotraffico che si sostenta di suddette necessità. A volte per evasione, altre volte per comportamento o cultura, influenzano direttamente la propria vita bloccando o annullando lo sviluppo di opportunità per il futuro, rassegnandosi, per quello che si può vivere o ottenere giorno per giorno, scambiando alcuni la povertà per la miseria, o accettando per cultura il “tutto va bene”, e sentendosi soli, dinnanzi a tante avversità e dolore, passando il tempo senza risposte.

In mezzo ci sono quelli che passano da un luogo all’altro, cambiando le opzioni così come i luoghi secondo il grado di opportunità, tanto all’interno nelle grandi città, sia andando all’estero o là dove si hanno parenti radicati.

Questa è la realtà che osservo nel mio paese, l’Argentina, un paesaggio che al politico costa sia vedere che accettare, ma che il cittadino vive e sente, e nel quale TUTTI SIAMO VITTIME



di JUAN ANIBAL GOMEZ  FONDATORE E COORDINATORE MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION, FORO SEGURIDAD URBANA, RED AMPARO, DIRIGENTE COMUNALE, POLITICO E SOCIALE, EX VETERANO DELLE MALVINAS


Traduzione dall’argentino a cura di FRANCESCA MARIA – PORTAVOCE ITALIANA DI JUAN ANIBAL GOMEZ E DEL MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION