lunedì 30 giugno 2014

CENTENARIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE. DI JUAN ANIBAL GOMEZ


Traduzione di: STEFANO CARBONI



Cari amici, ieri è stato commemorato il centenario della prima guerra mondiale, un conflitto che non possiamo dimenticare e dove furono mobilitati oltre 50 milioni di soldati, e che lasciò oltre alla distruzione di molte città, una quantità incredibile di vittime, sia militari che civili, che di seguito vi esporrò nel dettaglio:

Il numero totale di morti nella prima guerra mondiale è stato di 8.538.315 

Di questi un totale di 3.386.200 furono degli Imperi Centrali:

Germania 1.773700
Austria-Ungheria 1.200.000
Turchia 325.000
Bulgaria 87.500

Dalla parte degli Alleati si sono stati registrati un totale di 5.152.115 morti.
Di questi i più importanti hanno interessato:

Russia 1.700.000
Francia 1.357800
Impero Britannico 908.371
Italia 650.000
USA 126.000

Il numero totale di vittime se includiamo morti, feriti, prigionieri e dispersi fu di  22.104.209 ambo le parti, circa il 52% del numero totale di 42.188.810 soldati mobilitati.

L’Argentina, attraverso l’immigrazione delle persone provenienti da questi paesi, ha basato la sua capacità industriale, la produzione agricola e lo sviluppo a tutti i livelli, soprattutto grazie all'entusiasmo degli immigrati, che se analizzato, sono i fondatori della maggior parte dei tessuti sociali.
 
Per quanto mi riguarda, io appartengo al sangue di quelle famiglie, da parte di mia madre, attraverso la famiglia Zazzali di Genova, che con il mio bisnonno, si insediò con parte della sua famiglia, inaugurando uno dei primi hotel a Coronel Dorrego nella Provincia di BA (Buenos Aires), generando una grande famiglia. Così molti argentini non possono dimenticare la tragedia della prima guerra mondiale; questo è il mio umile ricordo.

ANIBAL

 

martedì 24 giugno 2014

CHIEDI A TUO NONNO CHI ERA PERON: STORIA DI UNO “SCAMMISATO” LUCANO. DI LUIGI ED ELISABETTA CIANCIO

 
La storia del mondo spesso si intreccia con la storia personale e con i ricordi. I nostri ricordi hanno in questo caso un profumo di romanzo e nostalgia. Io e mia sorella abbiamo conosciuto Peron, Evita e il Peronismo non dall'omologato quanto scontato “EVITA”. Ma dalle lettere che il fratello di mio nonno mandava dall'Argentina. Carlo Ciancio (Carlos per gli argentini) partì da un luogo ameno e povero come la Basilicata del 1920 analfabeta in una nave carica di fame e sogni. Per anni nessuna notizia. Fino all'inizio del 1950,quando ad un Luigi ormai sposato, e stremato dalla campagna di Russia ma mai domo nel suo orgoglio da Fascista mai rinnegato, arrivo una lettera da BUENOS AIRES. Era Carlos. Che si scusava e che entusiasta annunciava di non essere più analfabeta. Perché da un po' di anni governavano gli “scammisati” di Peron, che avevano iniziato un programma di alfabetizzazione. Da qui le lettere si condivano sempre di lodi, aneddoti e fatti che CARLO narrava con entusiasmo . Narrava di un’Argentina che pian piano alzava la testa e mutava volto di rivalsa dei ceti bassi. “Sono anni difficili ma pieni di speranza, e già, riuscire a scrivervi finalmente è un grande traguardo per cui dobbiamo ringraziare Giovanni ed Evita...” dopo anni la nostra voglia di scoprire chi era Peron, il socialismo nazionale , perché nella nostra zona le persone un po' più ribelli e libere vengono ancora denominati “scammisati”, di quel piano NAZIONALE di alfabetizzazione Peron avviò e che permise a tanti ITALIANI, a tanti Carlos, a tante famiglie di ricongiungersi con la memoria, con gli affetti e con la storia di una terra lontana e magica.
 
E noi ora nel 2014, con profondo orgoglio e piacere scriviamo e ringraziamo il MOVIMENTO PERONISTA TERCERA POSICION per averci fatto “rovistare “di nuovo tra i nostri affetti e ricordi, per averci fatto sentire di nuovo il profumo delle lettere e della nostalgia con cui ricordiamo nonno e il suo fratello FIERO “SCAMMISATO”.
 
GRAZIE A VOI.
 
LUIGI ed ELISABETTA CIANCIO
 
 
 
 
 

 

domenica 22 giugno 2014

RAPPORTO STATISTICO, CHE MOSTRA LA MANCANZA DI INTERESSE DELL’ATTUALE GOVERNO NELLA LOTTA AL NARCOTRAFFICO. DOCUMENTO DI RED AMPARO

Traduzione di STEFANO CARBONI
 
 


 IL BUDGET DEL SEDRONAR:

In Argentina,  il Segretariato per la prevenzione sull’ abuso e traffico di droga (Sedronar), diretta dal sacerdote Juan Carlos Molina, dispone di un budget di poco più di 128 milioni dollari (USD) , mentre il Ministero della Sicurezza Nazionale, attraverso la Soprintendenza di droghe pericolose ha  destinato altri 132.400 milioni dollari (USD), pari a u$s 16,1 milioni di pesos.
In totale, sono circa 260 milioni di dollari all'anno che la nazione investe nel bilancio per la lotta contro la vendita di droga illegale, uno dei flagelli che diventa sempre più forte in diverse province, in particolare in quelle di Buenos Aires, Santa Fe e Cordoba dov’è in forte aumento.
E’  l'equivalente di circa u$s 33 milioni, una cifra ben al di sotto di altri paesi come Cile, Perù, Uruguay, Colombia e Brasile, che vanno da un minimo $ s 53 158 milioni investiti all'anno.
 Il dato è  già basso rispetto ad altri paesi della regione sudamericana, ed  è ancora più insignificante se confrontato con le risorse impiegate dall'Esecutivo per mantenere Fútbol para Todos (la Tv del calcio in chiaro in Argentina NdT).
 E 'appena il 18,4 per cento di quelli destinati alla televisione.
Per la trasmissione televisiva del calcio in chiaro, si arriverà quest'anno a una spesa di 1,41 miliardi di u$s. Inoltre, nei due mesi e mezzo trascorsi del 2014, il programma ha già ricevuto u$s 206,7 milioni, ovvero quello che il governo ha stanziato per la Sedronar and Drug del ministero della Sicurezza in un anno.

I costi giornalieri di trasmissione del calcio sono di u$s 3.860.000, mentre l'attuazione delle politiche contro il flagello del narcotraffico sono solamente di  u$s 713.424. Negli anni precedenti, il rapporto era simile: nel 2013 la Sedronar ha ricevuto solo l'8% dei fondi percepiti da FPT (Futbol para todos).
Quindi, nella lotta al narcotraffico si investe  un quinto di quello che si spende in FPT.
Sedronar ha un budget annuale di poco più di  128.000 dollari (USD) a cui bisogna aggiungerne altri 132.000.000 dollari (USD)  stanziati dal  Ministero della Sicurezza. Con la televisione del calcio, invece il governo investe  u$s 1.410 miliardi.
 
Quanto investe la regione nella lotta contro la droga:

 Secondo gli ultimi dati della Banca Mondiale, 2012, Nei paesi sudamericani, il Brasile guida la lista di chi investe nella  Segreteria Nazionale Antidroga (Senad) come la Sedronar , con una cifra  pari a circa u$s  158 milioni all'anno.
Seguita dal Cile con u$s 95,8 milioni; il Perù con u$s 81,4 milioni; l’Uruguay  circa  80 u$s milioni e la Colombia  con suoi  53,7 milioni. Comparato con il bilancio di Sedronar (u$s  16,1 miliardi). Persino   l’ Ecuador, investe di più nel  CONSEP (sedronar)  u$s 16, 5 milioni l’anno.
 

venerdì 20 giugno 2014

LA STORIA DI GIUSEPPE SPINELLI, UN ITALIANO CHE FU CONSIGLIERE DI PERON. DI STEFANO CARBONI

 
Giuseppe Spinelli giunse a Buenos Aires e riprese la sua attività di tipografo, presumibilmente a La Prensa e a La Nacion; nei cui ambienti, con ogni probabilità, ebbe modo di incontrare un personaggio, che aveva pochi anni prima affinato le arti militari e diplomatiche in Europa; a contatto con i trascinatori dei movimenti fascisti, che avevano già conquistato o stavano conquistando il potere.
Quel personaggio - Juan Domingo Peron - ne avrebbe assimilato sia le moderne dottrine populiste e corporative sia le tecniche di conquista del potere; fino a configurare un modello giustizialista (in un'accezione diversa da quella entrata nel gergo politico ed afferente agli eccessi dell'uso improprio della giurisdizione nel gioco della politica)."
"Peron assunse il duplice incarico di Vicepresidente e di Ministro del Lavoro sotto la presidenza Farrel. Donde seguì una congiuntura fortemente destabilizzata, cui pose termine, nel gennaio del '46, l'elezione, con l'appoggio dei sindacati operai, dello stesso Peron alla Casa Rosada.
Anche le vicende di Giuseppe Spinelli, per effetto di quella elezione, sarebbero mutate, rispetto alla condizione di oscuro esule, che, per quanto fosse stato un buon tipografo, avrebbe, diciamolo pure, sprecato, in tale ruolo, un talento meritevole di ben altro.
il curriculum di Ministro del Lavoro e della socializzazione (della sia pur fuggevole Repubblica Sociale Italiana) e l'entrata nel coté peronista (si é favoleggiato di una certa intimità con il presidente e, soprattutto, con il vero leader del peronismo, Evita Duarte) costituirono le credenziali per un significativo riscatto.
Giuseppe Spinelli fu investito di un ruolo importante, per un paese di "accoglienza" come è sempre stato l'Argentina, quello di responsabile del dipartimento dell'immigrazione della Marina della Repubblica Argentina.
Ma, pare, soprattutto, come referente presso un Peron, interessato a dare in corso d'opera elementi strategici ad un governo appena agli esordi, sull'esperienza della socializzazione. Lo ricoprirà, pare, fino a quando Peron verrà rovesciato, nel settembre del 1955, da un golpe concertato da militari, conservatori e radicali ed apprezzato dagli ambienti ecclesiastici.
- STEFANO CARBONI -

giovedì 19 giugno 2014

L’ULTIMO DISCORSO DI EVA PERON – 1 MAGGIO 1952

Traduzione di: FRANCESCA MARIA


Miei amati descamisados,
siamo di nuovo riuniti qui insieme ai lavoratori e alle donne del popolo, siamo di nuovo i descamisados nella piazza storica del 17 ottobre 1945 per rispondere al leader del popolo che stamattina, concludendo il suo messaggio, ha detto: “chi mi vuole ascoltare, ascolti; chi mi vuole seguire, mi segua”. Ecco la risposta, mio generale. Il popolo lavoratore, il popolo umile della Patria, che sta in piedi qui ed in tutto il Paese, seguirà Peròn, il leader del popolo, il leader dell’umanità, perché ha innalzato la bandiera di redenzione e giustizia delle masse lavoratrici; lo seguirà contro l’oppressione dei traditori interni ed esterni, che nell’oscurità della notte vogliono iniettare il veleno dei loro serpenti nell’anima e nel corpo di Peròn, che è l’anima e il corpo della Patria. Ma non ci riusciranno, così come l’invidia dei rospi non riesce a zittire il canto degli usignoli, né come le vipere non riescono a fermare il volo dei condor. Non ci riusciranno, mio generale, perché gli uomini e le donne del popolo stanno qui per custodire i vostri sogni e per vegliare sulla vostra vita, perché è la vita della Patria, perché è la vita delle future generazioni, che non ci perdoneranno mai se non ci prendiamo cura di un uomo del calibro del generale Peròn, che ha cullato i sogni di tutti gli argentini, specialmente quelli del popolo lavoratore.
Chiedo a Dio che non permetta a questi insetti di alzare le mani contro Peròn, altrimenti quel giorno saranno guai! Quel giorno, mio generale, io uscirò con il popolo lavoratore, io uscirò con le donne del popolo, io uscirò con i descamisados della Patria, per non lasciare in piedi nessun mattone che non sia peronista. Noi non ci lasceremo mai schiacciare dagli stivali oligarchici e traditori dei vendipatria che hanno sfruttato la classe lavoratrice; noi non ci lasceremo mai più sfruttare da quelli che, svendutisi per quattro soldi, servono i padroni delle metropoli straniere, e hanno consegnato il popolo della propria Patria con la stessa tranquillità con cui hanno venduto il paese e le loro coscienze; perché noi ci prenderemo cura di Peròn più che della nostra vita, perché noi ci prendiamo cura di una causa che è la causa della Patria, è la causa del popolo, è la causa degli ideali che abbiamo avuto nei nostri cuori per tanti anni. Oggi, grazie a Peròn, stiamo in piedi da uomini. Gli uomini si sentono più uomini, noi donne ci sentiamo più degne, perché nella debolezza di alcuni e nella forza di altri stanno lo spirito e il cuore degli argentini che fanno da scudo in difesa della vita di Peròn.
Dopo tanto tempo che non ho contatti con il popolo così come oggi, voglio dire ai miei descamisados, agli umili che porto nel mio cuore, che nelle ore felici, nelle ore di dolore e nelle ore incerte, ho sempre alzato lo sguardo su di voi, perché voi siete puri e per essere puri vedete con gli occhi dell’anima e sapete apprezzare le cose straordinarie come il generale Peròn. Oggi voglio parlare, nonostante il generale mi chieda di essere breve, perché voglio che il mio popolo sappia che siamo disposti a morire per Peròn, e voglio che i traditori sappiano che noi non verremo qui a dire “presente” a Peròn, come il 28 settembre, ma che ci faremo giustizia con le nostre mani.
C’è molto dolore da alleviare; ci sono molte ferite da curare perché ci sono ancora molti feriti e molte persone che soffrono. Abbiamo bisogno di voi, mio generale, come il sole, come la vita stessa. Abbiamo bisogno di voi per i nostri figli e per il Paese in un momento così incerto per l’umanità in cui gli uomini si dibattono tra due imperialismi: quello di destra e quello di sinistra, che ci portano verso morte e distruzione. E noi, un pugno di argentini, lottiamo insieme a Peròn per un’umanità felice in seno alla giustizia, all’onore di questo popolo, perché è qui che risiede la grandezza di Peròn. La grandezza della Patria non si basa sul dolore del popolo, ma sulla felicità del popolo che lavora.
Compañeras, compañeros: combatto di nuovo insieme a voi, come ieri, come oggi, come domani. Sto con voi per essere un arcobaleno di amore tra il popolo e Peròn; sto con voi per essere quel ponte di amore e felicità che ho sempre cercato di essere tra voi e il leader dei lavoratori.
Sono di nuovo con voi come amica e come sorella, e devo lavorare giorno e notte per rendere felici i descamisados, perché questo è il mio compito per la Patria e per Peròn. Devo lavorare giorno e notte per alleviare il dolore e curare le ferite, perché questo è ciò che devo a questa legione di argentini che sta costruendo una brillante pagina nella storia della Patria. E come in questo 1° maggio, mio generale, desideriamo che nei prossimi e tanti anni, e nei prossimi secoli, possano venire le future generazioni a dirle che siamo presenti insieme a voi, mio generale.
Prima di finire, compañeros, voglio darvi un messaggio: che stiate all’erta. Il nemico ci spia. E che non perdonerà mai che un argentino, un uomo di bene, come il generale Peròn, lavori per il benessere del suo popolo e per la grandezza della sua Patria. Anche i vendipatria che stanno qua dentro, che si svendono per quattro soldi, stanno in agguato per poter sferrare il colpo in qualsiasi momento. Ma noi siamo il popolo, ed io so che se il popolo sta in allerta, siamo invincibili, perché noi siamo la Patria stessa.
 
 - EVA PERON -
 
 
 

lunedì 16 giugno 2014

L'ULTIMO 17 OTTOBRE DI EVITA - DISCORSO DI EVA PERON 17 OTTOBRE 1951

 Traduzione di: FRANCESCA MARIA
 
Mie amati descamisados
Questo è un giorno pieno di emozioni per me. Ho desiderato con tutta l’anima stare con voi e con Peròn in questa gloriosa giornata dei descamisados. Non potrei mai mancare a questo appuntamento con il mio popolo ogni 17 ottobre. Io vi assicuro che niente e nessuno avrebbe potuto impedirmi di venire, perché ho un debito sacro con Peròn e con tutti voi, con i lavoratori, e con i ragazzi della CGT (N.d.T. Confederacion General del Trabajo), e non mi importa se per saldarlo devo lasciare pezzi di vita sul mio cammino.
Dovevo venire e sono venuta per dire grazie a Peròn, alla CGT, ai descamisados e al mio popolo. A Peròn che ha voluto onorarmi con la più alta onorificenza che si possa concedere a un peronista e per ciò che ha appena detto questo pomeriggio, e che non potrò mai ringraziare abbastanza nemmeno dandogli la mia stessa vita, per quanto buono è stato con me, e per quanto lo è tutt’ora. Niente di ciò che ho, niente di ciò che sono, niente di ciò che penso, è mio: è di Peròn. Ora non dirò la solita bugia, non dirò che non lo merito; sì, lo merito, mio generale! Lo merito per una sola cosa, che vale più di tutto l’oro del mondo: lo merito perché tutto quello che ho fatto, l’ho fatto per amore di questo popolo. Io non valgo per ciò che ho fatto; non valgo per ciò a cui ho rinunciato; non valgo per ciò che sono, né per ciò che ho. Ho una sola cosa che vale, che sta nel mio cuore, mi brucia l’anima, mi fa male alla carne e arde i miei nervi: è l’amore per questo popolo, e per Peròn. E ringrazio voi, mio generale, per avermi insegnato a conoscerlo e ad amarlo. Se il mio popolo mi chiedesse la vita, gliela darei cantando, perché la felicità di un solo descamisado, vale più di tutta la mia vita.
Dovevo venire a ringraziare la CGT per l’omaggio della loro onorificenza che è per me il ricordo più caro dei lavoratori argentini. Dovevo venire per ringraziare i lavoratori e la CGT per ciò che hanno dedicato a questa umile donna in questa gloriosa giornata. E dovevo venire per dirvi, come ha detto il generale, che bisogna tenere in allerta la guardia di tutti i posti della nostra lotta. Il pericolo non è passato. E’ necessario che ognuno dei lavoratori argentini vigili e che non dorma, perché i nemici lavorano all’ombra del tradimento, e a volte si nascondono dietro un sorriso o una mano tesa. E dovevo venire per ringraziare tutti voi, miei cari descamisados di ogni angolo della Patria, perché vi siete giocati la vita per Peròn. Io ero sicura che voi saresti stati la trincea di Peròn. I nemici del Popolo, di Peròn e della Patria, sanno da molto tempo che Peròn ed Eva Peròn sono disposti a morire per questo popolo. Ora sanno anche che questo popolo è disposto a morire per Peròn.
Compañeros, oggi vi chiedo una sola cosa: che giuriamo tutti, pubblicamente, di difendere Peròn e di lottare per lui fino alla morte. Ed il nostro giuramento sarà quello di gridare per un minuto, affinché questo grido raggiunga ogni angolo del mondo: la vita per Peròn!
Che vengano ora i nemici del Popolo, di Peròn e della Patria. Non mi hanno mai fatto paura perché ho sempre creduto nel mio popolo. Ho sempre creduto ai miei amati descamisados perché non ho mai dimenticato che senza di loro, il 17 ottobre sarebbe stata la data del dolore e dell’amarezza, perché questa data era destinata ad essere il giorno dell’ignominia e del tradimento. Ma il valore di questo popolo l’ha trasformato in un giorno di gloria e di felicità.
Infine ringrazio, compañeros, tutti coloro che hanno pregato per la mia salute. Vi ringrazio con tutto il cuore. Spero che Dio ascolti gli umili della mia Patria, perché possa tornare presto a lottare e a combattere con Peròn, per voi, e con voi, per Peròn fino alla morte. Non ho voluto e non voglio niente per me. La mia gloria è e sarà sempre lo scudo di Peròn e la bandiera del mio Popolo, e anche se ho lasciato pezzi di vita durante il mio tragitto, io so che voi raccoglierete il mio nome e lo porterete come bandiera fino alla vittoria. So che Dio sta con noi, perché sta con gli umili e disprezza la superbia dell’oligarchia. Per questo, la vittoria sarà nostra. Dovremo raggiungerla, oggi o domani, a qualsiasi costo, a chiunque tocchi.
Miei descamisados, vorrei dirvi ancora molte cose ma i medici mi hanno proibito di parlare. Vi lascio il mio cuore e vi dico che sono sicura, e che è ciò che desidero, che presto tornerò a lottare, con più forza e più amore di prima, per combattere per questo popolo, che tanto amo, così come amo Peròn. Vi chiedo una sola cosa: sono sicura che presto tornerò a stare con voi, ma se così non fosse a causa dei mie problemi di salute, prendetevi cura del generale, continuate ad essere fedeli a Peròn così come avete fatto finora, perché questo vuol dire stare a lato della Patria, e di voi stessi. E a tutti i descamisados della nazione, vi stringo forte, molto forte, al mio cuore, e desidero che vi rendiate conto di quanto vi amo.
     EVA PERON
 
 


venerdì 13 giugno 2014

IL LEGAME DEL NARCOTRAFFICO CON SANTERIA E STREGONERIA E L’IMPORTAZIONE DEI LORO CULTI E STREGONI IN ARGENTINA. DOCUMENTO DI RED AMPARO

Traduzione dal castellano argentino di: FRANCESCA MARIA - portavoce italiana del MP3 Peronista

Nel libro “La fede dei sicari”, il presidente dell’Associazione degli Analisti Cattolici Messicani, il giornalista Carlos Montiel, autore del libro, ha parlato, con Zenit-El Observador, dei legami del narcotraffico con la santeria e la stregoneria, e non con la Chiesa Cattolica o la religione cristiana, come molti mezzi di comunicazione messicani hanno voluto far credere ai lettori.
 
Quali sono le caratteristiche della religiosità della maggior parte dei narcotrafficanti?
 
Carlos Montiel: i capi del narcotraffico hanno una falsa adesione alla fede cattolica, che al contrario distruggono senza nemmeno preoccuparsi del pregiudizio che causano alla cellula familiare o alla componente sociale. Nel caso specifico, i sicari manifestano un vincolo devozionale con santi cattolici e culti come pratiche ritualistiche dell’occultismo, professando una devozione che va dalla “Santa Morte”, al “Santo Gesù Malverde” (N.d.T. un personaggio del folclore messicano, un bandito di strada, venerato da molti come santo) e che culmina nella magia, nella santeria, nella stregoneria, e nel satanismo.
 
Cosa implica il culto alla “Santa Morte” ?
 
Carlos Montiel: è una pratica di culto alla morte, che, a causa della malvagità dei suoi riti, ha incrementato i casi di possessione demoniaca culminanti in pratiche sataniche. Gli vengono attribuiti stretti legami con la stregoneria e il satanismo, principalmente per il suo culto esoterico. La celebrazione delle sue messe nere è diretta alla protezione di sicari, narcotrafficanti, protettori, ladri, sequestratori, prostitute, poliziotti, strozzini.
Che tipo di relazione esiste tra santeria e narcotraffico?
Carlos Montiel: alcune organizzazioni criminali del traffico di droga, avide di potere, si avvicinano alle sette di magia nera che praticano rituali o sacrifici di esseri umani, per proteggere i loro narcotrafficanti o sicari. Altre invece, vengono “santificate” con rituali di stregoneria raccapriccianti. Inoltre ricorrono alla santeria per ottenere uno scudo di protezione contro i loro nemici. Nella frontiera tra Messico e Stati Uniti, proliferano la stregoneria satanista, il vudù, e culti sacrificali come quello di “Santa Morte”. I poliziotti hanno spesso fatto ricorso a rituali che mescolano vudù haitiano, santeria cubana e stregoneria locale. In questi riti, stregoni o santoni sfruttano le notti di luna piena sacrificando pollli e spruzzando il sangue sui poliziotti al fine di ottenere protezione contro i sicari. Anche la polizia di Tijuana ricorre a tatuaggi di simboli vudù sul corpo come protezione contro le pallottole, pratica, questa, che ha un costo di circa 160 dollari.
Le bande criminali hanno messo in pericolo la vita di sacerdoti e laici coinvolti?
I sicari hanno sconvolto l’istituzione divina considerando come nemici i membri della gerarchia ecclesiastica, principalmente per l’interesse di quest’ultimi nel diffondere la cultura della vita, i valori della famiglia e del sociale, la pace e il perdono. Sono arrivati ad estorcere ai sacerdoti dai 5000 ai 10000 pesos a settimana, gli stessi raccolti con le elemosine. A causa di questo clima di violenza, esercitare il ministero sacerdotale è diventato un rischio in diverse province del Messico: a Oaxaca, Sinaloa, Chiapas, Guerrero, Veracruz, Aguascalientes, Jalisco, Hidalgo, Michoacán, Durango, Coahuila, Chihuahua, Estado de México e nel Distretto Federale. Il Messico è un campo minato in cui tutti i predicatori e i leader sociali posso vedersi raggiungere a causa dell’esistenza di oltre 130 cellule della criminalità organizzata. I sicari sono considerati nemici della fede cristiana, e chi uccide o minaccia i rappresentanti di Cristo in terra, è figlio delle tenebre.
La Santa Morte e la Santeria sono legate ai riti satanici?
Carlos Montiel: cercare di sviluppare conoscenza e poteri soprannaturali al di fuori di Dio, pretendendo di conoscere e dominare le forze della natura, porta i sicari e i loro capi a manifestare un tacito rifiuto di Dio senza preoccuparsi dela fatto che l’occulto sia un canale tramite il quale Satana prende possesso delle persone. La pratica del culto alla Morte e la Santeria sono pericolose perchè possono passare da cerimonie del terrore (estetica malefica) a culti satanici. Questi riti esigono che il praticante svuoti la sua mente e inviti spiriti sconosciuti a controllare la sua mente e il suo corpo, causando una possessione demoniaca.
Il narcotraffico è legato a oltraggi alle Chiese e alle ostie consacrate?
Carlos Montiel: anche se le profanazioni di chiese cattoliche e di tombe per estrarre i corpi,così come fanno i praticanti della stregoneria per proteggere i propri adepti, sono i prodotti di un legame tra stregoneria e culti satanici, non possiamo collegarli a questo problema perchè entrambi hanno due obiettivi diversi da raggiungere.
PRATICHE SATANICHE DI INIZIAZIONE DEI GIOVANI
Manuel Plancarte Gaspar, 34 anni, trafficante di organi.
Il 17 Marzo il governo di Michoacàn dette a conoscenza che Manuel era detenuto nel comune di Tarimbaro, insieme a Ricardo Morales Torres, a cui avevano assicurato un veicolo per il riporto di refurtive, soldi e droga. Le autorità hanno informato che Manuel presumibilmente estraeva gli organi ai bambini per poi venderli. Il Commissario della sicurezza di Michoacàn, Alfredo Castillo, ha dichiarato che secondo altri detenuti, gli organi venivano usati in riti satanici di iniziazione in cui l’estinto leader dei Templari, Nazario El Chayo Moreno, obbligava i propri membri a mangiare cuori, per avere fortuna nella vita.

IL CULTO DI SAN LA MORTE DEI NARCOTRAFFICANTI
Non dimenticare la natura angelica dei demoni, San La Morte potrebbe rientrare senza dubbio in questa teologia, ma non a lato di Dio.
SAN LA MORTE A CHICAGO, STATI UNITI
Chicago – come milioni di messicani, Angelina Mèndez crede alla protezione di “Santa Morte”, e gli ha costruito un altare nella sua tabaccheria nel quartiere La Villita di Chicago, frequentata da devoti che vanno a rendergli culto, ad accendere candele e a fare richieste.
IN ARGENTINA
Nel sud del Mondo si venera San La Morte, un icona che rappresenta uno scheletro umano che sorride, che porta una falce e che distribuisce protezione e “miracoli”.
Il suo culto è nato qualche tempo fa in Paraguay, estendendosi in seguito fino al sud del Brasile e al nord dell’Argentina, dove è venerato anche oggi, a causa delle migrazioni interne, nella regione di Buenos Aires, uno dei luoghi più poveri del Paese. Secondo quanto narra la leggenda, intorno al 1750, un monaco che curava gli aborigeni delle tribù, venne arrestato con l’accusa di stregoneria, e rinchiuso in una cella che poi venne sigillata. Il cibo gli veniva passato da sotto la porta. Un giorno di agosto i suoi accusatori aprirono la porta e videro che il monaco era diventato uno scheletro. Così come stava si alzò e puntò il suo dito senza carne verso uno dei suoi accusatori, che morì in poco tempo, giustiziato dal potere soprannaturale del morto.
Questa storia viene dalla provincia argentina di Corrientes, anche se si tratta di una storia posteriore al culto che si usa per giustificarne l’origine. Perchè a volte i culti hanno bisogno di avere un’origine, anche se sono stati inventati. Per professare il culto è necessario avere la statuina di San La Morte, che deve essere benedetta. Naturalmente la Chiesa Cattolica non accetta il culto di questo santo, perciò i suoi fedeli portano a messa la stauetta ben nascosta nei vestiti, e quando il sacerdote impartisce la benedizione, il credente stringe l’icona nelle sue mani e gli trasmette la benedizione.
San La Morte viene utilizzato per proteggersi dai riti di stregoneria che si usano per attaccare le persone. Inoltre serve per attrarre amore e fortuna, per i quali i devoti ringraziano il santo offrendogli caramelle, whisky, sigarette e fiori. Se si dimenticano le offerte, il santo non compie le promesse richieste. Il culto del santo non rinnega Dio, anzi. Credere in San La Morte significa adempiere ai comandamenti più semplici: fare del bene, tanto agli altri come a se stessi, e non fare del male. Poichè tutto ciò che si dà torna indietro, chi fa del male riceve il male.
IL SANTO DEI LADRI, DEI NARCOTRAFFICANTI, DEI PIRATI
A San La Morte si chiedono in genere amore, affetto, fortuna, denaro e protezione, ma molti gli fanno anche richieste con cattive intenzioni per fare del male. La maggior parte delle Chiese (cattolica, battista, presbiteriana, metodista, ecc) rifiutano e condannano la sua venerazione, considerandola diabolica, e il suo culto non è accettato nemmeno dalla Chiesa Cattolica Tradizionale Messicana-Statunitense (N.d.T. l’arcivescovo David Romo Guillèn provò ad istituzionalizzare il culto nei primi anni 90, e sta tutt’ora scontando una condanna a 66 anni di reclusione). Al suo culto sono legati ladri, narcotrafficanti, e gente dedita alla pirateria. Molti intagliano la sua immagine nel piombo di un proiettile che abbia ucciso qualcuno e che sia stato estratto con un coltello, oppure su ossa umane o sul legno. Molti dicono che San La Morte parla soltanto in quechua.
 

 
I NARCO COLOMBIANI PORTANO I LORO STREGONI IN ARGENTINA
Dal 2006, parapsicologi e cartomanti di questa nazionalità sembrano legati al crimine in zone di contrabbando.
Il Narcotraffico ha importato in Argentina il suo sistema di organizzazione, i suoi ingegneri per preparare laboratori, i suoi prestanome per il riciclaggio di denaro, i suoi sicari per eseguire condanne interne, e adesso, anche i suoi stregoni. Veggenti, cartomanti e sciamani vengono consultati dai narcotrafficanti per proteggersi e anche per sapere quali sono i giorni più adatti per mobilizzare i loro carichi di droga.
Il legame tra narcotrafficanti e cultori di queste credenze vennero resi noti dopo l’omicidio di due colombiani che si presentavano come parapsicologi. Il ruolo degli occultisti nelle strutture dei narco è stato iniziato ad essere osservato da pochi anni dalle forze di sicurezza. Qui, i vincoli si possono rintracciare a partire dal 2006. I casi più recenti sono accaduti a Santa Fe e nella Capitale. Entrambe le vittime sono state accoltellate, e questi omicidi vengono investigati distintamente dai crimini comuni. Il caso della morte del cartomante Nemesio Fernàndez Balbuena, nel quartiere di Montserrat (Buenos Aires) venne chiuso con l’arresto di Marbis Cobos Mejía, anche lui colombiano, collaboratore della vittima e segnalato dai testimoni come autore dell’omicidio. Invece l’omicidio di Luis Núñez Izquierdo avvenuto in un dipartimento della capitale santafecina, prosegue senza piste sicure. Per gli investigatori giudiziari e la polizia, l’omicidio di Fernandèz Balbuena fu conseguenza di una “questione di gonne”, un conflitto di gelosia tra uomini per una donna. Chiaro che il luogo dove è avvenuto il delitto porta degli elementi in più al semplice delitto passionale: l’intestatario della linea telefonica di questo domicilio è infatti il colombiano Héctor Julián Jiménez Hurtado, che era stato arrestato ad aprile dalla squadra operativa antinarcotici Luigi XV. Nel dipartimento Peròn 1509 era attivo il consultorio astrologico di Fernandez Balbuena. Due esperti investigatori antidroga di diverse forze di sicurezza hanno spiegato a La Nacion che è normale il consulto di stregoni da parte dei narcotrafficanti; “è gente con credenze molto radicate; non sorprende che chiedano assistenza ai parapsicologi per propiziarsi la fortuna” ha dichiarato uno di questi ufficiali. Un altro agente che ha accesso alle informazioni riservate ha commentato il modo di agire dei narcotrafficanti colombiani in Argentina: “se hanno tempo tra un carico e l’altro si dedicano ad ogni tipo di delitto”. Quest’anno è capitata una banda di colombiani che rubavano pneumatici. L’indirizzo fisso che avevano a Buenos Aires figurava in altre investigazioni, una per il narcotraffico, l’altra per rapine.
Secondo l’esperienza internazionale, i sicari sono quelli che maggiormente consultano gli stregoni. Nel nostro Paese, diversi crimini con l’impronta del sicariato narco hanno scosso l’opinione pubblica negli ultimi anni. I parapsicologi colombiani appaiono coinvolti in diverse cause giudiziarie per crimini di varia natura, e sempre in zone geografiche con alta incidenza di attività del narcotraffico. Per il momento, gli stregoni non sembrano richiamare l’attenzione come parte delle organizzazioni narco, ma per fatti isolati.
Nel 2006, è stato registrato l’arresto di due supposti parapsicologi colombiani sospettati di truffa, a Salta, nella località di Joaquín V. González. Un veggente colombiano in una città così piccola, di solo 19.000 abitanti, non poteva passare inosservato. Infatti la città iniziò ad essere sempre più frequentata dai compatrioti di questo cartomante. L’anno scorso Joaquín V. González fece finalmente notizia a livello nazionale: il presidente del consiglio municipale, Luis Cifre, fu arrestato dall’operativo “Carbon Negro” da cui vennero sequestrati 357 Kg di cocaina. In questa operazione vennero arrestati anche due colombiani come presunti membri di un’organizzazione responsabile dello spaccio di cocaina verso il Portogallo. Lo scorso novembre due parapsicologi colombiani accusati di truffa sono stati arrestati nella provincia saltena di Metàn. La zona è un enclave della catena logistica del narcotraffico, specialmente per le piste di atterraggio clandestine. In questa città nel 2009 sono stati scoperti 500 Kg di cocaina.
I casi si ripetono nelle provincie mesopotamiche (N.d.T. regione argentina dei fiumi che abbraccia le province di Corrientes, Misiones e Entre Rios). Due anni fa, la gendarmeria rilevò un cambiamento nel traffico di cocaina, che iniziò ad utilizzare le vie che partivano dal Paraguay, generalmente usate per il traffico di marijuana. I colombiani presero questa linea di rifornimento e, che sia un caso o no, anche qui apparirono i loro compatrioti sciamani. Negli ultimi due anni sono stati arrestati parapsicologi colombiani nelle provincie correntine di Goya e Ituzaingó, anche se con l’accusa di truffe e rapine. A partire dal 2010, gli archivi della polizia hanno registrato arresti di parapsicologi colombiani anche a Mendoza e a Buenos Aires. Due morti nello stesso giorno, a Santa Fe e nella Capitale, hanno portato allo scoperto la presenza sempre più attiva di questi stregoni nel Paese, come segno di uno dei sottoprodotti narco.
PRECEDENTI IN ARGENTINA
LA CAPITALE – Vincoli con il caso Luigi XV. Il parapsicologo colombiano Nemesio Fernández Balbuena è stato assassinato la settimana scorsa nel dipartimento di Montserrat dove serviva i suoi clienti. La polizia ha chiuso l’indagine con l’arresto del socio della vittima, segnalato dai testimoni come autore dell’omicidio. La linea telefonica del posto era intestata a uno dei narco arrestati nell’operazione Luis XV.
SANTA FE – Crimini e misteri. Lo stesso giorno dell’omicidio di Fernández Balbuena un altro parapsicologo colombiano, Luis Núñez Izquierdo, venne accoltellato nella città santafecina. Il caso non è mai stato risolto.
SALTA – Veggenti e droga. Due colombiani dediti all’esoterismo sono stati arrestati nel 2006 nella provincia di Joaquín V. González, lo stesso luogo in cui l’anno primma venne scoperta un’organizzazione che raccoglieva diverse tonnellate di cocaina.
CHACO – Cadere per un furto. Lo scorso marzo è stato arrestato a Resistencia un parapsicologo colombiano ricercato per aver rubato oltre 500.000 pesos a un imprenditore correntino...
FONTI: La Nación; il libro “La fede dei sicari” del presidente della “Asociación de Analistas Católicos de México”, del giornalista Carlos Montiel; il libro “Il culto alla morte dei signori della droga, santa patrona messicana del crimine, i criminali e gli emarginati” dell’autore: Kevin Freese; Indagini proprie di Red Amparo.