giovedì 1 agosto 2013

IL TRENO DELLA VITA E LA MORTE ANNUNCIATA


Quando uno stato non riconosce né la causa né l’effetto della sua gestione, siamo in presenza di uno stato assolutista e ossequiente al suo potere.
La tragedia di Castelar ci pone di nuovo nello stato di allerta in cui devono stare i cittadini argentini , specialmente la comunità che fa uso del servizio ferroviario, in cui bisogna fare attenzione alle proprie vite, e non per il “panico sensazionalista” dei mass media, ma per la dura realtà e per il pericolo che si nasconde nel viaggiare nei treni del nostro Paese e soprattutto in quelli della rete Metropolitana e del Conurbano.
“Quando uno stato non riconosce né la causa né l’effetto della sua gestione, siamo in presenza di uno stato assolutista e ossequiente al suo potere” questa frase riassume il significato del recente slogan del 25 maggio “un decennio di vittoria” che il Governo si è gloriosamente attribuito proclamandosi paradigma del  modello di cambiamento nella politica argentina… ma come dice qualcuno… la Verità e la Realtà sono un’altra cosa…

In questo caso la materia non approvata dall’attuale governo è l’INSICUREZZA, non come sensazione ma come dura conseguenza della realtà… la MORTE dei cittadini che non sono al sicuro né quando prendono il treno né quando camminano per strada… lo dimostrano i numeri delle statistiche e lo stesso vale per le sue conseguenze nell’ambito dell’equazione causa-effetto.


Un documento del Ministero dell’Interno e dei Trasporti rivela che, nel 2012, in 1.205 incidenti ferroviari sono morte 190 persone, e dal 2004, ne sono già morte 3.210; nei  1.205 incidenti ferroviari registrati tra gennaio e luglio 2012, nelle linee Mitre, Sarmiento, Roca, Belgrano Norte e Urquiza, 190 persone sono morte e 1.727 sono rimaste ferite.
Mancano le registrazioni delle vittime di Belgrano Sur e di San Martin e i morti dei mesi di agosto, settembre e ottobre. I più recenti sono stati registrati il giorno 8.10.2012 quando due tifoserie del River che andavano a festeggiare il record Guinness per le dimensioni di una bandiera, sono morte sul ponte in cui si incrociano le vie di Mitre e di Belgrano.
Nei primi 7 mesi dell’anno, ci sono state 113 “lapidazioni” contro i treni, con 116 feriti. E 182 “coinvolgimenti di persone” , con 73 feriti e 108 morti, da cui ne uscì illesa solo una persona. Di questi 108 morti, 69 figurano come suicidi, una voce che non può essere attribuibile alle pessime condizioni dei treni. E cosi’ si viene a scoprire che, nelle strade, c’è un suicidio ogni 3 giorni.
Sette persone hanno subito scariche elettriche e altre tre sono morte folgorate. Inoltre 731 passeggeri sono stati colpiti e sono caduti: nove morti e 737 feriti. “queste cifre dimostrano non solo l’imprudenza della gente, ma anche il pessimo stato dei treni e delle stazioni. I vagoni sono sovraffollati, le condizioni di sicurezza insufficienti, la gente non gira appesa al predellino perché gli piace, ma perché dentro non trova posto. Se nei nostri treni viaggiano sei persone per mq, come minimo bisogna chiudere la porta del vagone”.
Il ferroviere Angel Contestì, specializzato in riparazioni di motori, dichiara che nella lista delle vittime sono da aggiungere “i mille passeggeri che hanno smesso di prendere i treni, per la chiusura di diverse diramazioni ferroviarie e per le decadenti condizioni del servizio, e che, soprattutto negli ultimi 3 anni, si sono rovesciati nelle strade e nelle autostrade argentine, con i risultati tragici che tutti noi conosciamo”.
Le notizie ufficiali vanno dietro le tragedie, il ministro dell’interno e dei trasporti, Florencio Randazzo, ha promesso che “9 dei 18 convogli verranno riparati e rimessi a nuovo” e che nel primo semestre del 2013 “verranno terminati tutti i passaggi a livello e le officine della linea ferroviaria che si trovano in stato disastroso”. In seguito sono stati utilizzati 120 banderilleros (segnale raffigurante un omino con la bandiera per indicare i lavori in corso n.d.t.) nelle linee Mitre e Sarmiento, in modo da prevenire gli incidenti nei passaggi a livello, ma fino ad oggi le stazioni e i treni sono state soltanto verniciate; nonostante muoiano non meno di 300 persone l’anno, dal 1996 fino ad oggi, si investe ancora poco nella prevenzione degli incidenti.
Il governo non investe il necessario nel miglioramento del sistema. In tutti questi anni gli appaltatori amici hanno intascato somme milionarie in sussidi.
Secondo i dati del centro di implementazione delle politiche pubbliche per l’equità e la crescita (CIPPEC) recuperati dal sito www.chequeado.com in Argentina si investe appena il 10% delle risorse essenziali per mantenere lo stato della rete ferroviaria metropolitana. Gli investimenti in questo campo si aggirarono tra il 2003 e il 2010 intorno ai 50 milioni di dollari per anno, mentre i sussidi concessi nel 2011 ai concessionari privati superano di 20 volte questa cifra. Secondo il CIPPEC gli investimenti non dovrebbero essere inferiori a 450 milioni di dollari per anno.
Nelle ultime ore, il ministro dell’interno e dei trasporti, Florencio Randazzo, ha dichiarato che non si può chiedere al governo di realizzare in un anno le migliorie che non sono state apportate in 5 decadi. In parte ha ragione. Il sistema ferroviario argentino viene colpito da troppo tempo. Tuttavia, c’è qualcosa che il ministro non ha detto, e cioè che il kirchnerismo conduce il destino del Paese da 10 anni, e solo recentemente, a partire dall’incidente del 2012, sembra aver preso coscienza delle dimensioni del problema. Per i 55 morti e i migliaia di feriti è stato troppo tardi… oltre la presente nota, non dimentichiamo il dettaglio dell’insicurezza urbana della nota precedente, in cui nell’ultima decade, secondo le statistiche ufficiali, si contano 25.200 morti con una media di 7 morti al giorno…
Non dimentichiamo che, nella giurisdizione della C.A.B.A. (città autonoma di Buenos Aires n.d.t.) e anche in quella del suo governo, l’amministrazione MACRI è corresponsabile dell’insicurezza del suo distretto.
Non vi sembra che la realtà che ho sin qui esposto segni una decade di lutto anziché di festa?


di JUAN ANIBAL GOMEZ – FONDATORE E COORDINATORE MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION, FORO SEGURIDAD URBANA, RED AMPARO, DIRIGENTE COMUNALE, POLITICO E SOCIALE, EX VETERANO DELLE MALVINAS


Traduzione dall’argentino a cura di FRANCESCA MARIA – PORTAVOCE ITALIANA DI JUAN ANIBAL GOMEZ E DEL MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION

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