giovedì 2 ottobre 2014

TEOLOGIA, FILOSOFIA E POLITICA PERONISTA. 1° CONGRESSO NAZIONALE DI FILOSOFIA 1949. II PARTE

Traduzione di: SIMONE CIARDI
 


Se la crisi medioevale condusse al Rinascimento , la crisi odierna si trova davanti   un ‘ uomo più libero  e dotato di  conoscenze  maggiori rispetto a quello medioevale  ,quindi ,in grado di  dar vita ad una rinascita  più splendente.
Se  la storia del pensiero umano, considerato come tesoro di concetti e idee sviluppate nel tempo, viene  guardata attraverso il ritmo vertiginoso e febbrile  della vita attuale , potrebbe apparire come un  vuoto scenario di patetiche battaglie.
Questo , in un certo modo, era il panorama dell ‘umanità agli albori del Medioevo, dove si consideravano sufficientemente definite alcune verità,  sebbene queste apparissero chiuse e custodite, con la conseguenza che il popolo si alimentava solo di fede. La filosofia socratica, platonica e aristotelica non fu  tramandata  e applicata alla lettera nel Medioevo, ma  non aveva perduto, nel fragore di una terribile crisi ,  il  contatto intellettuale  con il mondo filosofico di quel periodo. È certo che non risuscitarono in quelle  crisi intellettuale molte tradizioni antiche, ma con i resti di quel naufragio, il pensiero umano elaborò , alla luce della fede , una nuova mistica con un nuovo contenuto.
 Il Rinascimento prova che  l’ evoluzione intellettuale anche  nei profondi  periodi di crisi è conseguibile .   I pensatori dell’ età Media  non dovettero affrontare le difficoltà della nostra crisi, che  è  semplicemente di altro tipo. L’ uomo moderno  non pensa di avere  davanti  o no crede ad un infinito; egli  non avverte  la sensazione di prodursi per il tempo, bensì per il momento presente .
Si direbbe che  gran parte degli uomini  si preoccupano meno delle verità che delle apparenze,  meno della visione  dei principi e di ciò che sono le  finalità dell ‘ esistenza umana , rispetto  a ciò che è  immediato e personale. La marcia faticosa e rapida dell’ evoluzione sociale , come quella economica ha stordito gli abituali stati della coscienza umana.
È raro trovare esseri che posseggono una prospettiva completa dell’ esistenza.
 La conquista dei diritti collettivi ha prodotto un risultato  inatteso , infatti, non è migliorata nell’ uomo la convinzione  del suo proprio valore in qualità di creatura dotata di coscienza. Questa miopia per la nobiltà dei valori interiori all’ individuo è strettamente  legata  , oggigiorno, ad una pedagogia  divenuta  insufficiente.
 Se la crisi attuale è comparabile con quella del Medioevo per gravità , è presumibile che dipenda da noi il prossimo Rinascimento  ,che sarà  più luminoso di  quello precedente. La grande sfida  del pensiero filosofico consiste, di conseguenza, nell’ abbozzare questo cammino  verso la Rinascita e adattare  le aspettative dell’ uomo   al progresso materiale  e spirituale.
IV
La Preoccupazione  Teologica
 Durante il Medio Evo la prima preoccupazione fu necessariamente quella teologica, la conoscenza aveva bisogno  di luce che illuminasse gli oggetti  della ricerca intellettuale  . La risposta ai quesiti  teologici  si configurò in gran parte come  una necessità  primaria , in particolar modo l’ interrogativo sull’ origine del tutto. La risposta a questi quesiti ,in un secondo momento,  condizionava categoricamente tutte le altre sfere dell’ esistenza umana .
La filosofia condusse a distinguere con maggiore chiarezza la relazione esistente tra il soprannaturale e la conoscenza umana, tuttavia il carattere di questa  distinzione era consustanziale all’ anima umana, come  la vocazione  alla ricerca  di spiegazioni ultime   e la  coscienza di trovarsi inquadrati in un ordine superiore . Le comunità  umane più avanzate intellettualmente   ragionavano  su questa relazione  e  a loro modo giunsero ad umanizzare  in una mitologia questo sentire , mentre quelle in ritardo, bisognose allo stesso modo di una spiegazione , adorarono l’ essere supremo nelle cose e negli oggetti inanimati. La  spiegazione  di questo stato di necessità unito alla ragione teologica  era indifferente dal concetto di razze o dalla tendenza primitiva e panteista delle tribù meno evolute, comunque era una necessità per qualsiasi individuo.
 Ciò che rimaneva  inesplicato era riferito solo ad alcune entità distinte dal reale ,mentre,   per il resto si adorava un principio sostanziale e immutabile che stava  alla base del reale, tra  gli antichi greci  Democrito lo rintracciò  con il movimento degli atomi, Parmenide parlò di un Dio  al di sopra degli altri Dei  che non è rappresentabile con il pensiero o con l’ immagine .
Lentamente ,l’umanità incominciò a scrutare ambiziosamente il silenzio dei cieli. Il pensiero non si conformò più con l’ allegra orgia delle divinità mitologiche, ciò che l’ uomo non poteva trovare nella corte di Zeus ,ovvero  esemplarità e principi assoluti, dovette cercarlo per altri sentieri. Platone  nell’ Eutifrione  concretizzerà più tardi lo stare all’ erta di Socrate di fronte la massima virtù, considerata come risplendente da un essere fonte dell’ ordine cosmico. L’ abisso della Teogonia di Esiodo e l’ apeiron,( l’illimitato )di Anassimandro incominciava a popolarsi di luce  di fronte la  pupilla umana .La forza che  si genera nell‘infinito sarà al principio l’ amore, [nota*]simbolo immediato dell’ azione di creatrice  ai nostri sensi e più tardi la sua rappresentazione  ultima nell’ Onnipotenza.
 Chi è Dio per offrirgli sacrifici? Si domandò il Rig-veda. La risposta fu:”  Il Padre dell’ Universo, (Prajapati) , al quale tutto pare subordinato”. Era necessaria questa conoscenza per differenziare la  luce del  bene e il male e  per conoscere, in seguito, nel suo potere  l’ Atman hindù , l’ anima e l’  io stesso. Identica preoccupazione  si formula nella parola prima , la prima voce, forza che  sta al principio dell’ antico testamento.
 Quando Platone afferma che  Dio è il mezzo di tutte le cose , sfida la filosofia di Protagora secondo cui   l’ uomo è misura di tutte le cose  , poiché tra di esse se ne  trovano molte delle quali l’ uomo non trova in natura  una spiegazione ragionevole .Molti secoli dopo, un illustre cervello doveva esplicare con ammirevole semplicità  il processo di questo interrogativo e domandandosi sulla necessità di un ordine supremo , giunse alla conclusione che  non c'è  Dio, e l’ uomo non sarebbe altro che un occhio aperto in mezzo ad un Universo cieco, l’ unico occhio aperto, per vedere il nulla.
 
 V
La formazione dello spirito americano le basi dell’ evoluzione ideologica universale.
 Il Rinascimento , per rialzarsi dalla crisi intellettuale  del periodo medioevale, non si appoggiò solo alla Rivelazione  della scrittura  e alla disposizione religiosa congenita dell’ uomo. Il cammino filosofico aperto dai greci sarà un metodo per gli Scolastici e punto di  riferimento per la reazione intellettuale posteriore . Il credo UT  INTELLIGAM  di San Tommaso che condizionò tutta  l’ età umana nel  basso medioevo è INCENTRATO su una finalità,  che  risiede nell’ essenza del l’ esistenza umana; condizionò con ciò un etica e una morale che ,casualmente per la prima volta, si relazionano  nella gerarchia della necessità,  ovvero  la libertà della volontà, come requisito della morale. La Tomistica inquadrò l’ uomo in un momento decisivo  del pensiero intellettuale, di fronte  ad un panorama fino  ad allora confuso, essa lo inquadrò con potere sufficiente per negare i propri principi dalla quale procedeva questa situazione.  Quando giunse  il Romanticismo di Spinoza , egli qualificò il  Supremo  come sostanza dell’ Universo e  già strutturato in una base di valori. Ciò che  egli proclamò starà alla base della  la crisi dello spirito europeo e alla   formazione dello spirito americano  e del l’ evoluzione ideologica universale posteriore.
 
 Attraverso le idee religiose del Medioevo  e i principi dell’ età Moderna, l’ uomo ricevette il pensiero ellenico, come Israele ricevette  dal Sinai le tavole della legge ,tuttavia ,  si venne a creare una deviazione nella gerarchia dei  valori ontologici  in cui  l’ essere umano , da quel momento ,viene a  situarsi di fronte Dio.
Poco dopo , Cartesio svierà il largo e ambizioso Cammino in senso verticale verso le realtà ultime per offrire ad    una  nuova scienza  nascente e progressista  altri percorsi.  Dunque, Il peso  dell’ esistenza e di un  certo  ordine  soprannaturale  stabilito sarà privo  di valore  per l’ uomo . La filosofia iniziò a frammentarsi e divenne   speculazione scientifica, consumata in specializzazioni raffinate , in modo particolare  con  i profondi intenti del razionalismo kantiano fondato su questioni più pratiche ma dal contenuto inferiore. In seguito, i quesiti filosofici  divennero  sempre più immediati o specifici.
 Non esiste nessun punto di contatto tra i problemi  di Socrate e quelli di Voltaire. La direzione è  cambiata radicalmente . Quello che era movimento verticale è ora  traslazione verticale .  Comte  sarà autore di  un abile manovra nella riflessione filosofica che si concretizzò con la sostituzione del culto di Dio con  quello  dell’ umanità, che  sarà rigorosamente il principio di un’ età nuova ,che tuttavia fu  una mutazione storicamente necessaria e utile. Si opera una rivoluzione totale , grandiosa nei suoi aspetti materiali, ma talvolta mal accompagnata  da una visione corretta delle prospettive esistenziali che  incominciano a deviare  , corrodendo   in maniera  progressiva anche la misura che l’ uomo possedeva della sua esistenza e del rapporto con il reale  ,  inteso come riflesso di una  forza superiore. Il progresso si accentua nella tecnica e nel movimento sociale ma non si può dire che rinvigorisce per questo lo sviluppo dell’individuo sotto tutti i punti di vista.
Il riconoscimento dell’ essenza della persona umana come base della dignità e del benessere dell’ uomo, quando giungiamo a Darwin e alle sue ripercussioni sulla filosofia , avvertiamo subito che la filosofia si è già allontanata definitivamente  dal mondo di Socrate e dal suo pensiero. L’evoluzionismo non viene presentato  come  una teoria biologica che metteva in luce  il tratto  caratteristico di ciascuna specie; da questo momento  nel mondo scientifico si  instaura il problema del se l’ anima umana potesse ricostruire  la situazione del suo culto elementare e tradizionale per una esegesi puramente scientifica. Il tentativo di questa esegesi   non  produsse risultati positivi nell’ ordine dell’ organizzazione della vita sociale ,infatti  si è cercato di dedurre in maniera degenerata   una nuova etica e una nuova morale, avendo come base l’ analisi   biologica dell’ essere umano ovvero  una realtà  di ordine fisico , che arrecò conseguenze deleterie  per la vita spirituale dei popoli. Non è possibile fondare su di una legge biologica sconnessa dalle ragioni ultime, una legge positiva, ne un trattato di buone maniere. Quindi ,l’uomo, la società o lo Stato, si vedono obbligati a inventare subito una nuova scala di valori, una nuova morale che sfociò nell’ apogeo di una età di ambizioni materiali, dopo un periodo  di quasi un secolo e mezzo di disfacimento   di tutto il ragionamento  metafisico, il pensiero no sa che  permanere indefinitamente rifugiato in criteri marginali. La sfera   di pensiero ,oggi, si dirige solo  nel la ricerca di una buona condizione materiale di vita, dove i problemi smettono di essere astratti per trasformarsi in inutili appagamenti  momentanei.

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