venerdì 26 settembre 2014

TEOLOGIA, FILOSOFIA E POLITICA PERONISTA. 1° CONGRESSO NAZIONALE DI FILOSOFIA 1949. I PARTE

Traduzione di: SIMONE CIARDI
 

 
 
Conferencia del Excmo. Señor Presidente de la Nación, General Juan D. Perón
 
  Ai  membri stranieri del Primo  Congresso Nazionale di Filosofia.
 Mi auguro  signori che  nel calpestare questa terra vi sentirete  un po’ argentini ..
 Per il cuore argentino, nella nostra terra nessuno è straniero, se vi giunge animato dal desiderio di sentirsi fratello nostro.
 Sarà  nostro orgoglio farvi sentire a casa vostra ,  nella quale nessuno vi chiederà chi siete e vi sarà offerto  il pane e il sale dell’ amicizia, che abbiamo ereditato dai nostri antenati  e che vogliamo onorare, come loro  onorarono. Quest’ accoglienza e questa  fratellanza è ciò che offriamo come cosa  più sincera e preziosa.
 
 Ai Signori Congressisti
Alessandro Magno è stato il più grande generale della storia  ed ebbe come maestro Aristotele;  Quindi ho sempre pensato che il mio incarico aveva qualcosa a che vedere con la filosofia.
Il destino ha voluto che diventassi Uomo di Stato, in questo nuovo incarico rendo grazie a quanto mi è stato possibile  ottenere dal campo della filosofia.
La nostra azione di governo non si svolge rappresentando gli interessi di un partito politico, bensì quelli di un grande movimento nazionale, con una dottrina propria, nuova nel campo della politica Mondiale.
Perciò, ho voluto offrire ai signori che ci onorano con la propria presenza un idea di base , sintetica e filosofica, a proposito di quello che rappresenta sociologicamente la nostra terza posizione.
Noi non  abbiamo la presunzione di fare filosofia pura di fronte ai maestri di tale disciplina, ma , quanto ho da dirvi si trova già in piena realizzazione nella Repubblica.
La difficoltà dell’ uomo di Stato responsabile consiste, in ogni caso, nell’ essere obbligato a realizzare ciò che afferma , per questo  nella mia dissertazione  non attacco altri sistemi, metto in luce solo opinioni proprie, oggi condivise dalla maggioranza del nostro popolo e incorporate nella costituzione nazionale argentina.
Il movimento nazionale argentino ,che chiamiamo Giustizialismo, è  una  concezione integrale , ha una dottrina nazionale che incarna grandi principi teorici  di cui presto vi parlerò, e costituisce  un punto di riferimento per le  realizzazioni oggi felicemente compiute nella comunità argentina.
Ho voluto esporre personalmente ,di fronte a  voi signori,  tali concezioni con la sicurezza  di ottenere un vostro contributo personale e nel desiderio di esprimere tutta la mia considerazione  e il mio affetto.
Oggi l’ uomo e la società  sono di fronte alla più profonda crisi di valori che si sia registrata nel corso della storia umana. Questa è ,a nostro avviso , l’ assoluta coscienza del momento trascendentale che stiamo  vivendo .Se la storia dell’ umanità è una limitata serie di istanti decisivi, non c’e’ dubbio che gran parte di quello che nel futuro si realizzerà, dipenderà dagli eventi  di cui oggi siamo partecipi. Non può esistere ,a tal proposito ,alcuna discrepanza  tra il pensiero e l’ azione.
 Le conclusioni dei congressi , recentemente tenuti  nel mondo, dimostrano  in modo certo  l’ universalità di questa convinzione . Il congresso internazionale di Roma del 1946, il terzo Congresso delle Società di filosofia di lingua Francese  del 1947,  quello di Edimburgo e di Amsterdam del 1948, evidenziano tutti  che l’ inquietudine intellettuale  di questa epoca abbia raggiunto il suo culmine .
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 E’ possibile che l’ azione del pensiero contemporaneo  abbia perso negli ultimi tempi contatto diretto con le realtà della vita dei popoli, inoltre, è possibile che il perseguimento delle grandi verità e delle ragioni ultime abbia trasformato  la scienza, astratta e oggettiva  per sua natura, in pura e meccanica tecnica, con il conseguente allontanamento  di prospettive per lo sviluppo umano.
Forse   , sopra il grande sfondo filosofico della ricerca della  verità, ha  prevalso un urto  di forze intellettuali estranee  all’ impeto  del perseguimento delle Verità fondamentali della conoscenza umana , la cui azione  dovrebbe culminare in  tutta la forza creatrice dell’ uomo .In assenza di tesi filosofiche  fondamentali  e ben definite   , sorgono  piccole tesi, capaci  solo di seminare disaccordo generale.
II
 L’uomo può sfidare  qualsiasi contenzioso intellettuale  se si trova armato di una solida verità. I problemi fondamentali  dell‘ esistenza e dello sviluppo umano  no sono stati  i risultati di un epoca storica  , tal volta  uno stesso  problema e una verità conseguentemente   dimostrabile  si presentano  in ogni generazione.
I greci ,dai tempi di  Socrate,  formulavano  fondamentali domande sul l’ essere, il principio, la virtù, la Bellezza e le cause ultime, cercando di elaborare in modo doveroso  le basi della  Morale  e i principi dell’ etica. Non è lecito ritenere  tali problemi giudicati e risolti  solo in quel contesto, per accettare oggi in maniera fuorviante  nuove verità superficiali  fondate con semplici sofismi ,e ignorare del tutto il contributo degli antichi. Oggi l’ uomo  necessità  di spiegazioni  come quelle che  tanti secoli fa Socrate si sforzava  di dare.
I popoli di oggi   si assomigliano  per  alcuni principi condivisi . Infatti, l’ uomo  moderno si  è persuaso  della convenienza di saltare senza gradi da un Idealismo rigoroso a un materialismo utilitario; dalla fede in un idea superiore , all’ opinione , dall’ obbedienza a dei saldi principi all’ assenza di condizioni precostituite alla sua azione.
La libertà, conquista massima dell’ età moderna, non è stata  concepita  assieme ad  una previa ristrutturazione dei suoi principi, bensì   improvvisata , senza essere ancorata a dei solidi capisaldi.
L’età  del materialismo pratico, d’ altra parte  , ha corrisposto ad un gigantesco progresso economico che ha causato la perdita da parte degli individui della coscienza delle proprie prospettive interiori e di coltivarle. L’ uomo  non possiede  più una  misura della sua persona, ma solo   quella della produzione economica. Dobbiamo  domandarci se , mentre sopravvengono  i radicali cambiamenti di vita dell’ uomo moderno, si  sono prodotti  opportuni  indirizzi orientativi   per equilibrare  la violenta transizione verso uno spirito collettivo, che sta annientando quello interiore .
Cervelli lungimiranti  hanno cercato di avvertire ,il mondo, del pericolo che si correva  a non avere una base solida di principi che adattassero  previamente lo spiritò umano  a quello che  sarebbe accaduto. L’ uomo può sfidare  qualsiasi contingenza , qualsiasi cambiamento  favorevole o avverso, se si trova armato di una verità solida ; però se ciò non avviene ,è da temere che egli  non  giunga a stabilire la dovuta relazione  tra il suo io, mezzo di tutte le cose, e il mondo che lo  circonda , oggetto di cambiamenti fondamentali..
In tale congiuntura la filosofia recupera il chiaro ruolo delle sue origini, che si esplica come  missione pedagogica  e trova la sua nobiltà nella sintesi della verità, e la sua proiezione consiste nell’  illuminare e portare nel campo visibile nuove   forme di riflessione  ;ma, soprattutto , di  relazioni tra l’ individuo e il suo principio, le sue finalità,  i suoi simili e con le realtà mediate .
 Dagli spazi elevati dove le ragioni ultime risplendono ,procede la norma che articola il corpo sociale e corregge le sue deviazioni

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