giovedì 3 luglio 2014

ARGENTINA, IL COSTO DI VIVERE NELL'ANOMIA, LO PAGA IL POPOLO CON LA VITA. PRINCIPI DI INGOVERNABILITA’. DI JUAN ANIBAL GOMEZ


Traduzione di: FRANCESCA MARIA




CHE COS’E’ L’ANOMIA?
Uno stato democratico è basato sulla conformità delle norme vigenti, che vengono trascritte e a cui viene fatto giuramento nella Costituzione Argentina, le cui Leggi segnano l’ordinamento su cui si fonda lo scheletro costituzionale, la cui conformità è incorniciata dai requisiti della giustizia e viene insegnata dalle autorità che la applicano (polizia, sicurezza ecc). Tutto questo regola le norme di convivenza tra i cittadini nel rispetto sia dei diritti sia dei doveri democratici.
L’anomia, si verifica quando le suddette norme giuridiche e istituzionali non vengono rispettate dalle amministrazioni di governo, che dalla loro ottica di politica di potere trasgrediscono l’ordine, falsificando i suddetti motivi, con l'illusione mediatica del populismo, che racchiude in sé il principio di disordine sociale.
Conosciamo molto bene gli esempi di malgoverno, in cui il disordine e l’anarchia fluiscono come reazioni sociali di difficile contenimento, e queste reazioni, motivate o no, hanno un solo fondamento, quello di vivere nell’ingiustizia, che fa parte dell’anomia, e nell’insicurezza sociale, producendo una spaccatura o frattura sociale, in alcuni casi piena di risentimento; fattori sociali di cui si nutre il narcotraffico, grazie anche al solido opportunismo sociale, che il narcotraffico conosce bene e che sfrutta a suo favore seminando morte e dolore, dinnanzi a un governo privo di reazione, ma provvisto di negligenza, indolenza e incapacità, per seguire lo sviluppo dei suoi commerci illegali e corrotti, anziché le necessità sociali, che vengono mitigate con piani sociali vicini all’elemosina ma molto lontani dalla dignità.
L’anomia in sociologia
Secondo Durkheim “il concetto di anomia si riferisce ad una proprietà della struttura sociale e culturale, e non ad una proprietà dell’individuo rapportato a questa struttura” La struttura culturale può definirsi come il corpo organizzato dei valori normativi che governano la condotta comune in una determinata società o gruppo. Per struttura sociale si intende il corpo di relazioni sociali che si mantengono tra gli individui di una società o gruppo.
L’anomia è concepita, dice Merton, come il fallimento della struttura culturale, che si verifica quando c’è una disgiunzione acuta tra le norme e gli obiettivi culturali, e le capacità socialmente strutturate degli individui di un determinato gruppo a lavorare in accordo con esse. Così, nei valori culturali, può generare condotte che si contrappongono alle regole dei valori stessi. Nella struttura sociale estrema dei valori culturali, l’azione in accordo con essi resta facile e possibile per chi mantiene determinate posizioni nella società, ma diventa difficile o addirittura impossibile per la maggioranza. In questo caso la struttura sociale può funzionare come una barriera oppure come una porta aperta per l’azione dei valori culturali. Quando la struttura sociale e quella culturale sono mal collegate, esigendo la prima una condotta che viene impedita dalla seconda, si crea una tendenza di violazione delle norme, per arrivare alla totale mancanza di esse fino all’anomia.
“LA LIBERTA’, SANCHO, E’ UNO DEI DONI PIU’ PREZIOSI CHE SIANO STATI DATI DAL CIELO AGLI UOMINI; AD ESSA NON SI POSSONO EGUAGLIARE TUTTI I TESORI CHE RACCHIUDONO LA TERRA ED IL MARE. PER LA LIBERTA’, COME PER L’ONORE, SI PUO’ E SI DEVE RISCHIARE LA VITA” – MIGUEL DE CERVANTES SAAVEDRA
L’ANOMIA E L’ANALISI DELLE SUE REAZIONI
L’anomia si riferisce ad una proprietà della struttura sociale e culturale, non ad una proprietà dell’individuo di fronte alla struttura. Merton spiega che l’anomia “semplice” è lo stato di confusione di un gruppo o società sottomessi all’antagonismo tra il sistema dei valori, che dà come risultato un certo grado di inquietudine, e la sensazione di estraniamento o separazione dal gruppo, che porta al deterioramento, e in ultimo termine, alla disintegrazione del sistema dei valori, che dà come risultato “angosce” pronunciate (la crisi argentina del 2001 è un buon esempio da tenere presente). Questo definisce terminologicamente che l’anomia varia di grado e classi. Gli strati sociali, come premessa, dice l’autore, non solo sono differenzialmente sottomessi all’anomia, ma sono anche differenti le forme di reazione.

I tipi di reazione davanti all’anomia possono essere attivi o passivi. La “condotta divergente” può suddividersi a seconda della tensione dinnanzi le relazioni sociali con altri individui (conflitto d’interesse) o con le norme culturali con cui si aspetta ci sia conformità (individuo nella società). In concreto, queste tensioni anomiche, come la delinquenza, il delitto e il suicidio, o reazioni come l’innovazione, il ritualismo e la ribellione, possono classificarsi come risultati del sistema di interazione individuo-società-individuo.
INNOVAZIONE – comporta il rifiuto delle pratiche istituzionali (mezzi) conservando però le mete culturali (fini) che vengono utilizzate per creare nuove opportunità sociali. L’opportunismo da un punto di vista neo-istituzionale comporta uno dei tre orientamenti possibili per la ricerca del “proprio interesse”, che corrisponde alla “forma forte”; la “forma semi-forte” è la semplice ricerca del proprio interesse e la “forma debole” è l’obbedienza. L’opportunismo, in particolare, è la ricerca del proprio interesse con “dolo”, che comporta forme subdole di inganno, ed altre più flagranti come la menzogna o il furto ma senza limitarsi ad esse. (Williamson North)
RITUALISMO – si abbandonano le aspirazioni culturalmente definite mentre si continua ad obbedire in modo quasi compulsivo alle norme istituzionali. L’ansia acuta per la posizione sociale in una società basata sulla ricerca al successo può indurre una condotta deviata dalla conformità oppure alla sottomissione eccessiva, i classici “virtuosi burocratici”. Ci si può chiedere se questa condotta sia deviata o meno, ma di fatto rappresenta un allontanamento del modello culturale in cui gli individui sono obbligati a sforzarsi attivamente, preferibilmente in maniera istituzionale, per avanzare e salire nella gerarchia sociale.
ESTRANIAMENTO – abbandono degli obiettivi culturali e delle pratiche istituzionalizzate dirette al raggiungimento di questi obiettivi.
RIBELLIONE – il conflitto tra le norme sostenute con frequenza da diversi sottogruppi di una società, danno come risultato un’adesione maggiore alle norme che prevalgono in ogni sottogruppo. Il conflitto tra valori culturalmente accettati e le difficoltà socialmente strutturate per vivere secondo questi valori, esercita una pressione che porta ad una condotta divergente e alla distruzione del sistema normativo. In questo modo se la ribellione diventa endemica in una parte importante della società, si crea un potenziale presupposto per la rivoluzione, che rifonde la struttura normativa e sociale.
INGOVERNABILITA’
Le dimostrazioni di malgoverno sono provate dalla mancanza di previsioni, sia delle reazioni alle necessità sociali sia del rispetto dei suoi tempi, perché non si può governare cedendo a pressioni motivate da interessi personali che influiscono sugli interessi collettivi della cittadinanza. Il cosiddetto “modello” fa acqua da tutte le parti, nell’ambito economico, politico e sociale, ed il suo fallimento è stato quello di portare avanti una politica di sussidi senza accompagnarla con lo sviluppo industriale, economico, ecc. senza avere coerenza e capacità creativa, hanno attuato politiche commerciali che ricorrono solo a cambiamenti di persone e non di ideologie, e hanno accentuato al contrario un forte potere del comunismo, con Zanini e Kiciloff, che sono i veri responsabili dell’attuale fallimento del cosiddetto “modello”.
Tutto questo di conseguenza porta “sfiducia” al modello; sappiamo che un modello economico si mantiene al potere grazie alla “fiducia” del popolo. Da questa mancanza si genera l’inflazione, che anche se non viene ufficialmente riconosciuta, si fa sentire nelle tasche del popolo, di conseguenza la teoria dei sussidi sociali collassa, perché anche questi vengono fagocitati dall’inflazione, e la mancanza di opportunità unita ai funzionari leccapiedi del potere che ha sviluppato il narcotraffico in Argentina, creano i presupposti per la reazione di un popolo che è stanco di vivere nell’anomia.
Bisogna cercare l’equilibrio sociale, e far capire alle autorità responsabili che prima di tutto viene la Patria, e non i valori nascosti nella ricerca del potere a costo di qualsiasi sacrificio, inclusa la morte di molti dei nostri cittadini.
Voglia Dio che abbiamo le capacità necessarie per farci arrivare al 2015 con il pieno potere democratico delle istituzioni!
JUAN ANIBAL GOMEZ

Nessun commento:

Posta un commento