venerdì 4 ottobre 2013

IL FALLIMENTO “K” E’ STATO CONSOLIDATO DAL PERSONALISMO. CAMBIAMENTI NELLA DEMOCRAZIA PLURALISTA. DI JUAN ANIBAL GOMEZ.

di JUAN ANIBAL GOMEZ – FONDATORE E COORDINATORE MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION, FORO SEGURIDAD URBANA, RED AMPARO, DIRIGENTE COMUNALE, POLITICO E SOCIALE, EX VETERANO DELLE MALVINAS

Traduzione di Francesca Maria  - MP3 Italia - Portavoce italiana di Juan Anibal Gomez e del MP3



LA PATOLOGIA INDIVIDUALISTA GIUNTA AL POTERE.

La frase di John Fitzgerald Kennedy “il successo ha molti genitori, ma il fallimento è orfano” applicata al caso della fine della decade “K” in Argentina, se questa decade ha un genitore, questo è il personalismo, una faccetta dell’individualismo, messo al servizio del potere.

Nella vita politica mondiale, si è osservato molte volte il predominio di governanti personalisti, soprattutto nel Peronismo, in epoche di crisi, e più notoriamente nei paesi in cui si spezza il vincolo rappresentativo, così come succede naturalmente in quasi tutti i paesi dell’America Latina. Questo vale a dire che già c’era una cultura predominate tipica dei regimi dittatoriali militari, ma sembra che tale genoma sia stato geneticamente adottato da governi che provengono dalla democrazia, in cui i propri personalismi con il passare del tempo sono stati fagocitati dall’individualismo, conducendo a un governo pseudo-democratico, a causa del traviamento delle sue manifestazioni emozionali e passionali invece di quelle dettate dal buon senso e dal raziocinio necessario della politica pluralista su cui si fonda la democrazia.

Già Mounier, nella sua analisi filosofica, ci spiegava le variabili del personalismo messo al servizio del potere. “Dal silenzio, la persona è capace di ristabilirsi e, dalla sua intimità, riesce a diventare presente nella realizzazione della sua peculiare vocazione. Per questo” dice Mounier “bisogna uscire dall’interiorità per mantenere l’interiorità. (…) La persona è un “dentro” che ha bisogno di un “fuori” e proprio qui sta la suggestione del principio di conformità e la sua ricerca della verità o dello stretto necessario, soffrendo a volte di certe ossessioni che generano nell’individuo la difficoltà di prendere delle decisioni. Nella fase collettiva, si viene a creare così l’intrigo di un governo nel cammino da seguire nell’ambito di un modello o di un piano; e proprio qui sta il principio di successo o di fallimento, soprattutto quando il personalismo si trasforma nel fattore determinante di uno Stato, e le diversità personali, il complesso del governante, con le sue patologie, iniziano a inocularsi a tutto lo Stato. Questi governanti narcisisti sono soliti circondarsi di un ampio comitato di applausi, e depurano periodicamente le proprie fila per la paura paranoica di possibili infiltrati… una realtà PATETICA che osserviamo nella cosiddetta “decade vincente” e nelle sue gravi conseguenze, che ci portano a temere per un futuro che si prospetta più incerto che certo.

Proseguendo questo tipo di analisi nel governo pseudo-peronista “K” incontriamo una differenza, cioè il famoso “doppio comando”, vale a dire due individualismi, diversi nel pensiero e nell’azione, il cui obiettivo, una volta passata la prova del primo governo, è stato quello di perdurare nel tempo. Mounier  ci spiega l’individualismo rapportato al matrimonio e ci dice “per una buona parte di coloro che aspirano al matrimonio, questo rappresenta la ricerca della doppia perfezione: sviluppare un essere vivente che dirà di sì a tutte le sue parole, acconsentirà a tutte le sue azioni, giustificherà tutti i suoi errori, rinuncerà alle proprie differenze e resistenze; tale è l’illusione provvisoria che chiamano amore. Se entrambi i partner sono lineari e la coppia è amorfa, si sentiranno più tranquilli nella fedeltà, se invece uno o l’altro sono più profondi o creativi, uno resiste appena o segna la sua diversità quando l’altro se ne va via di casa.” Tutto bene fin qui, ma quando si tratta di potere, affiorano certe qualità individualiste, soprattutto la competenza di chi è più preparato o che si trova in condizioni migliori per condurre il governo di un Paese.

L’Argentina viene da uno dei più grandi disastri politici della storia come quello del 2001 quando, oltre a mettere in pericolo la democrazia, il costo peggiore da pagare fu quello del degrado delle Istituzioni, in cui crollarono tutti i freni e le previsioni politiche e sociali che sono appunto le Istituzioni. A partire da allora fino ad oggi, la società ha portato alla frattura di suddette istituzioni a causa della mancanza di fiducia in esse e al non difenderle in un periodo di crisi arrivando ai limiti dell’anarchia.

In questo contesto sociale, equilibrato in parte dal governo di Duhalde, si è giunti al matrimonio Kirchner, seguendo la guida nell’ambito dell’economia del suo Ministro dell’Economia Lavagna, nella sua prima fase,  per poi giungere alla conduzione personalista di Nestor Kirchner, e, a questo punto, sono iniziate le perturbazioni socio-economiche, perché si ha governato con il libro delle priorità politiche anziché con quello delle necessità democratiche; è scomparso un modello coerente di programmi di politica statale, necessari nel momento che si stava vivendo, procedendo al contrario all’avventura vorticosa che cadde sotto l’opzione della corruzione lussuriosa, di un modello basato sul capriccio, che si è allontanato dalle necessità del popolo che ha pagato la libertà con il narcotraffico, le disuguaglianze sociali con l’insicurezza delle proprie vite con le sue conseguenze. I grandi errori sono molti, a partire dalle vicissitudini di salvatori temporanei come Boudou, fino ad arrivare alle gravi conseguenze del malgoverno, per primo il suo fallimento. Il Populismo Economico camuffato da Peronismo che hanno preteso di stabilire, è una messa a fuoco dell’economia in base a un modello che ha privilegiato la crescita e la redistribuzione delle entrate sottovalutando i rischi dell’inflazione e del finanziamento deficitario; le restrizioni esterne hanno portato alla reazione di investitori, risparmiatori e consumatori di fronte alle politiche aggressive al mercato. Il suo correlato è il fatidico populismo politico che ha portato al caos, in quanto basato più su piani circostanziali che su un serio Programma per un’economia sostenibile.

CRISTINA FERNANDEZ WILHELM DE KIRCHNER. La distruzione del Peronismo, la creazione di falsi movimenti pseudo-peronisti come quello de La Campora, oggi inesistente, sono stati il caos e i primi segnali del suo malgoverno sono stati anche i suoi grandi errori politici, sociali ed economici che ha cercato invano di chiudere facendo ricorso alla sua personalità mediatica in quanto molto preparata in oratoria, che però non le ha fatto ottenere la cosa più importante di un governo, cioè la fiducia del suo popolo e soprattutto, ricevendo la sua politica scelta dal confronto, il cercare di differenziarsi dal suo defunto marito, cioè il famoso 54% delle sue elezioni, ottenendo come risposta più di 4 marce sociali di massa, che senza leader e nel silenzio più assoluto, dopo più di 200 anni di storia, hanno invaso le strade facendo sentire la propria opposizione e la propria protesta, non solo contro il governo ma anche contro l’opposizione, che per inerzia o indifferenza o mancanza di reazione ha portato a 10 anni di un governo che non li rappresentava e ad un’opposizione indolente dinnanzi la gravità politica. Oggi le ultime elezioni segnano inesorabilmente la caduta di un Governo despota e contrario alle necessità della popolazione che gli ha ritirato la sua fiducia, nonostante si sia cercato di comprarne le necessità, così come è successo nelle ultime elezioni nelle Pcia. De Corrientes, e succederà in quelle che verranno, non si può comprarne la dignità.

Questa è la dura realtà dell’attuale Argentina, e la domanda emersa in seguito  è: dove sta e chi realizza la democrazia rappresentativa dei partiti? Oltre al fatto che le ultime elezioni sono stati il colpo di grazia per il governo ” K” , che giorno dopo giorno corre a perdifiato per salvaguardarsi così come fanno le masse, al momento la domanda è: quando capiranno che i partiti politici dovranno ricostruire i loro valori rappresentativi su veri leader rappresentativi e che per questo si devono ricostruire i suddetti partiti che soffrono di costruzione politica da più di vent’anni perché esistono solo personalismi che non fanno nulla per migliorare il sentimento e l’azione di un governo, arrivando a diventare un governo che si appella di nuovo all’individualismo…???

La democrazia dei partiti politici deve avere la qualità rappresentativa dei suoi dogmi e del rispetto per le proprie ideologie non come oggi in cui ha vinto la plutocrazia caduta alla mercè del presunto candidato che porta i soldi per le elezioni e in cui i partiti si disgregano con alternative mediatiche antipolitiche basate su chi propone soluzioni magiche senza programma e senza partito e con alleanze fittizie con il supporto del popolo in cui, come si visto nelle ultime elezioni, il partito che ha infine vinto è stato l’ASSENTEISMO con il 40% di assenze alle urne.

La presente nota non ha uno spirito “contrarius” anzi al contrario solo di costruzione. Perché il nostro Paese ha bisogno urgentemente di una Democrazia vera pura e sana, e nient’altro. Chiedo tanto…?


SIAMO POPOLO NON NEMICI!!!

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