Traduzione dal castellano argentino di: FRANCESCA MARIA –
Portavoce italiana di Juan Anibal Gomez
INFORMAZIONE ESCLUSIVA SULLE VILLAS E SULLE BARACCOPOLI:
STATISTICA NAZIONALE E SUBURBANO. MODI DI VIVERE. IL POTERE DEL NARCOTRAFFICO.
MAPPE. PER INFORMARE E CONDIVIDERE.
L’ARGENTINA CHE VOGLIONO NASCONDERE, MA CHE FA SENTIRE
SEMPRE DI PIU’LE SUE CONSEGUENZE NELL’INSICUREZZA SOCIALE, CON LA PROIEZIONE
DELLA NUOVA CULTURA NARCO DEI CODICI DI VITA, CHE SEGNANO IL FALLIMENTO TOTALE
DEL GOVERNO NAZIONALE, DELLA CITTA’ DI BUENOS AIRES, DEI SUOI GOVERNATORI E DEI
SUOI SINDACI.
CAOS SOCIALE
Nella nostra routine quotidiana, vediamo come giorno dopo
giorno i narco si appropriano di appartamenti, case, terreni, fabbriche
abbandonate, e campagne… tutto questo è il frutto di questa cultura che non
rispetta la proprietà privata, e che resta senza reazione da parte delle corrispondenti
autorità, generando una convivenza strana, che vede da un lato i contribuenti a
cui vengono accreditate le tasse, con norme punitive, per l’uso e il godimento
della proprietà privata, e dall’altro lato, la sempre minore controprestazione
dello stato; ospedali abbandonati al proprio destino, così come il loro
personale, con mancanza di medici e macchinari, così come i malati, o ancora
peggio, così come in caso di stato di emergenza sociale, come successo pochi
giorni fa a causa della mancanza di energia elettrica insieme al grande caldo
sofferto per più di 30 giorni, con valori termici superiori alla media che non
si vedevano da ben 47 anni… solo in seguito a recenti denunce pubbliche, il
governo della nazione e della città, e alcuni sindaci, hanno tardivamente
reagito, 20 giorni dopo le sofferenze patite dal popolo, lo stesso popolo a cui
vogliono accreditare tasse quotidianamente, mentre la maggioranza di loro era
in vacanza, alcuni anche all’estero. Come se non bastasse, di colpo il governo
ha deciso di aumentare i trasporti del 66%, a cui bisogna aggiungere il governo
della città che ha deciso di aumentare l’ingresso della metropolitana, insomma
vale a dire che continuano a gettare benzina sul fuoco…la conclusione è il CAOS,
la gente blocca strade e vie, come logica reazione, mentre alcuni strati del
governo dicono che è in atto una cospirazione. Ma cospirazione di chi??? Anche
di Clarin???
Come potete osservare questo è un chiaro esempio di ciò che
non bisogna fare nell’amministrazione, sempre seguendo il nostro articolo che è
il seguito di quello pubblicato precedentemente sui bambini delle villas; la
nostra società, prima di tutto nell’AMBA (Area Metropolitana di Buenos Aires)
che conta circa 14 milioni di abitanti, si è scontrata con la cultura
permissiva, dell’INTRUSIONE, che si è poi allargata a tutte le province. Questa
cultura dell’intrusione, porta un chiaro sentimento anti-sociale, e di
interesse NARCO, così come già successo in Colombia e in Messico – chiari esempi
– in cui vengono presi settori residenziali al di fuori delle villas, ma con
abitanti dei suddetti luoghi, con codici di vita narco, che il comune residente
o l’adulto non percepiscono sul momento, mentre lo fanno i bambini e gli adolescenti,
perché sono i segmenti più vicini a loro nella vita quotidiana, nelle scuole e
nelle strade, perciò una volta dopo averli circondati, si passa alla seconda
tappa, quella del comando tramite la paura, con un incessante aumento di furti
e rapine nella zona, vendita di stupefacenti in tutte le sue forme, al fine di
ottenere la dipendenza di tutti i residenti, dopodichè inizia la terza tappa,
quella del dominio territoriale, in cui scoprono il loro potere e trattano con
la polizia corrotta, con i politici locali, e successivamente, salgono la scala
del potere… fino a quando passano alla quarta tappa, quella del caos, in cui
prendono la zona “infetta” con lotte intestine di potere di dealers o tranzas (spacciatori), la maggioranza di cui sono adolescenti, generate
da un potere maggiore Narco, che così si appropria del business immobiliare
della zona, edifici, negozi e proprietà, in cui i proprietari, a causa dalla
bassa tassazione, si spostano dalla zona a rischio restando però proprietari
della stessa e compiendo così l’obiettivo del Narco, che continua ad accumulare
potere fino a limiti inimmaginabili, come ad esempio supportando
finanziariamente la politica, o fino a proporre candidati per le elezioni,
acquisendo sempre più potere.
Le villas, alcune create dai narco con i Maras – bande
giovanili – come ad esempio San Martin, nella provincia di Buenos Aires, sono
già 112. Si nutrono della manodopera degli adolescenti che con $200 o $300
vengono sfruttati come venditori, altri come protettori, altri ancora come
spacciatori o per la prostituzione; in questi luoghi non esistono scuole, e
questo favorisce la proliferazione una condotta di vita marginale.
ANALISI: ci piacerebbe che lei, lettore di questa nota,
camminasse per il suo quartiere, o investigasse nei quartieri adiacenti, sulla
quantità di proprietà della sua zona che sono state illegittimamente acquisite,
solo così comprenderà il significato di ciò che nell’ambito della Sicurezza
Urbana internazionale viene chiamato “la situazione criminale” della sua zona.
SECONDA PARTE: L’ESPANSIONE DELLE VILLAS E DELLE BARACCOPOLI
NELLA CAPITALE E NEL CONURBANO
Negli ultimi 5 anni si sono formate 90 villas nel conurbano
di Buenos Aires, la maggior parte delle quali sono state create dall’appropriazione
di terre fiscali, e oggi arrivano a 864 le baraccopoli installate nei diversi
cordoni dei suburbi della capitale, scoprendo una crescita del 55% della
popolazione dal 2001, fenomeno che si è ampliato a partire dal 2006. Oggi, più
di mezzo milione di famiglie, gran parte provenienti dai paesi limitrofi,
vivono nella marginalità, e anno dopo anno questo numero non smette di
aumentare.
Il 65,4% delle villas continua incessantemente a costruire
baracconi precari, prodotto dell’arrivo di nuovi inquilini e della loro crescita
demografica, con le conseguenti nascite di nuovi abitanti in questi quartieri.
La crescita delle baraccopoli, anche in contesti economici
favorevoli e nonostante i diversi programmi sociali, insoddisfacenti davanti a
tanta domanda sociale, rende conto del carattere strutturale del fenomeno dell’inequità
e della disuguaglianza delle opportunità che diventano locali.
Nell’ 82,8% dei casi, i migranti argentini provenienti dall’interno,
alla ricerca di un maggior accesso ai servizi essenziali, convivono con gli
stranieri, che vengono principalmente dal Paraguay e dalla Bolivia. La provincia
di Chaco è quella con la maggior parte di persone provenienti dal conurbano,
con il 19,5% di abitanti con queste origini. Santiago del Estero, con il 16,2%,
e Corrientes, con il 15,6%, completano i luoghi di nascita più frequenti tra i
quartieri delle baraccopoli precarie. Per esempio, a Mar de la Plata,
esistevano 2 villas, che sono diventate 48 nel giro di due anni, essendo la
zona sud della città la più sviluppata.
Diverso il caso
di Chubut, Río Negro, Neuquén, San Luis, Mendoza, La Rioja, Catamarca e San
Juan, che apportano meno dell’1% di abitanti delle villas di questo settore
della provincia di Buenos Aires. Senza
prendere in considerazione l’origine degli abitanti, la maggior quantità di
quartieri abusivi si trovano a La Matanza, in cui 156 villas e baraccopoli
ospitano 120.236 famiglie. I municipi che seguono con i maggiori problemi
abitativi sono quelli di Quilmes (65 baraccopoli e 35.713 famiglie in pessime
condizioni sociali), Moreno (rispettivamente 49 e 14.210), Pilar (rispettivamente
48 y 43.855) e Merlo (rispettivamente 42 e 19.965). A Lomas de Zamora ci sono
meno quartieri in stato di emergenza, 41, ma con alta densità di popolazione,
essendo abitati da 55.670 famiglie. Di contro, le parti con meno persone a
rischio sono Marcos Paz (5 villas e 409 famiglie), Moròn (rispettivamente 10 e
802) e Vicente Lòpez (rispettivamente 7 e 2.629), essendo quella di Villa
Martelli la zona più insicura. Tuttavia quasi tutte le baraccopoli del
conurbano della provincia di Buenos Aires si eguagliano per una circostanza
trasversale ai limiti municipali: la vendita di terreni.
L’ACCESSO
ALLA TERRA
L’accesso
alle baraccopoli non è aperto a chiunque. Non si tratta di andarsene con le
poche cose che si possiedono e installarsi in un posto. I nuovi devono pagare
la loro quota di ingresso, e accettare inoltre i codici di vita Narco e le loro
esigenze. Gli abitanti del 72,6% delle villas si accertano che si vendano i
terreni di questi quartieri marginali. Se non si ha il denaro, non si può
ottenere un alloggio. Nella maggioranza dei casi sono proprio gli abitanti del
posto quelli che impongono il valore delle parcelle, mentre nel 21,8% dei casi
è stato riscontrato che “nessuna persona o gruppo di persone gestiscono la
distribuzione dei terreni per il proprio beneficio”, questo grazie ai politici
ossequienti ai narco del posto. Si calcola che sul totale di una villa, l’85%
sono gli abitanti reali, mentre un 15% sono gli abitanti marginali, di questo
15%, un 10% sono quelli che vivono di narco e un 5% sono i leader narco. Ad esempio,
essi impongono gli orari sociali del posto, il permesso di fare feste familiari
o private, oppure impongono il silenzio.
L’acquisto di
una porzione di suolo è il biglietto d’ingresso verso condizioni di vita in cui
molte delle necessità di base rimangono insoddisfatte. Sebbene il 79,4% delle
villas possiede un servizio di illuminazione pubblico, l’accesso individuale
alla fonte di energia elettrica è nella maggioranza dei casi irregolare. Solo alcuni
quartieri hanno il servizio (i contatori sono stati installati nel 33% delle
abitazioni), gli altri si “attaccano” alla rete. In uguale proporzione (un po’ di
più del 30% in ogni caso) nelle villas si accede all’acqua potabile per mezzo
della rete pubblica e della perforazione dei pozzi. L’altro 40% dipende dalla
ripartizione dell’acqua o da installazioni clandestine. Per cucinare, nel
migliore dei casi si usano delle bombole.
Ciò nonostante,
il problema più urgente che mostrano gli abitanti delle villas è quello dell’urbanizzazione
delle vie interne. Questo problema differenzia probabilmente questi quartieri
dagli altri che abitano il conurbano. Mentre i due rischi immediati che più
richiedono attenzione nelle baraccopoli sono comuni a tutti gli abitanti di
Buenos Aires: l’insicurezza e la droga.
Dopo aver
analizzato questo scenario in un rapporto, Augustìn Alcorta, direttore sociale
della ONG “Un techo para mi Pays”, ha dichiarato che “più di due milioni di
famiglie vivono nelle villas di Buenos Aires. Adesso che sappiamo quante sono,
dove stanno e come vivono, non ci sono scuse. Dobbiamo fare qualcosa, sia noi
che il governo. Questa è la nostra sfida”. La presentazione di questa relazione
è stata fatta alla facoltà di Scienze Economiche dell’UBA. Dopo le parole di
Alcorta, è nata la necessità di dare risposte agli interrogativi sociali prospettati
dai dati del documento di “Un techo para mi Pays”. Bernardo Kosacoff,
economista, membro della Cepal e professore della facoltà organizzatrice dell’incontro,
ha recensito l’importanza del rilevamento effettuato nelle villas di Buenos
Aires: “Si vedono le contraddizioni della società. Da un lato, si crede che l’esistenza
di aree marginali significano crimine, violenza e campo fertile per il
narcotraffico. Ma al tempo stesso, queste includono uno degli attivi più
importanti dell’Argentina: i giovani. La sfida è quella di guidarli, perché è
proprio questa la differenza tra un paese sviluppato e un paese sottosviluppato”.
LE RISPOSTE
DELLO STATO
La nostra
associazione RED AMPARO, membro del Foro de Seguridad Urbana en Redes, della
Pastorale Sociale Argentina e di diverse istituzioni e ONG nazionali e
internazionali, ha viaggiato in diverse città come in Messico o in Chile, alla
ricerca di programmi comuni per fermare questa cultura villera, che attenta alla
dignità umana, e diamo consulto a vari partiti politici che ci chiedono
soluzioni. Senza risultati, ma solo per informarsi.
Ci sono
sicuramente diverse soluzioni, ma la prima è la decisione politica, la seconda
è quella in cui lo Stato deve introdursi nelle villas, in quelle più
sviluppate, con i 4 pilastri della messa in ordine, che sono: salute,
educazione, giustizia e opportunità. Questi 4 fattori sono decisivi per
annullare tutto il potere e i codici di vita narco, espellere i settori
criminali e migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti e la loro sicurezza.
Questi sono i
nostri progetti e siamo a disposizione di chi li vuole realizzare.
Fonti: dati portateci da funzionari di
polizia, municipali e abitanti delle villas; archivio proprio; equipe tecnica
di Red Amparo; ONG Techo para mi Pays; archivi nazionali e di Clarin; ministero
dello sviluppo della città e della nazione
UN SERVIZIO
DI INFORMAZIONE PER LA COMUNITA’ DI RED AMPARO
Fondatore e
coordinatore generale
JUAN ANIBAL GOMEZ
juananibalgomez.blogspot.com
RED AMPARO
redamparo.blogspot.com
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