Traduzione di Francesca Maria - MP3 Italia - Portavoce italiana di Juan Anibal Gomez e del MP3
LA PATOLOGIA INDIVIDUALISTA GIUNTA AL POTERE.
La frase di John Fitzgerald Kennedy “il successo ha molti
genitori, ma il fallimento è orfano” applicata al caso della fine della decade “K”
in Argentina, se questa decade ha un genitore, questo è il personalismo, una
faccetta dell’individualismo, messo al servizio del potere.
Nella vita politica mondiale, si è osservato molte volte il
predominio di governanti personalisti, soprattutto nel Peronismo, in epoche di
crisi, e più notoriamente nei paesi in cui si spezza il vincolo
rappresentativo, così come succede naturalmente in quasi tutti i paesi
dell’America Latina. Questo vale a dire che già c’era una cultura predominate
tipica dei regimi dittatoriali militari, ma sembra che tale genoma sia stato
geneticamente adottato da governi che provengono dalla democrazia, in cui i
propri personalismi con il passare del tempo sono stati fagocitati
dall’individualismo, conducendo a un governo pseudo-democratico, a causa del
traviamento delle sue manifestazioni emozionali e passionali invece di quelle
dettate dal buon senso e dal raziocinio necessario della politica pluralista su
cui si fonda la democrazia.
Già Mounier, nella sua analisi filosofica, ci spiegava le
variabili del personalismo messo al servizio del potere. “Dal silenzio, la
persona è capace di ristabilirsi e, dalla sua intimità, riesce a diventare
presente nella realizzazione della sua peculiare vocazione. Per questo” dice
Mounier “bisogna uscire dall’interiorità per mantenere l’interiorità. (…) La
persona è un “dentro” che ha bisogno di un “fuori” e proprio qui sta la
suggestione del principio di conformità e la sua ricerca della verità o dello
stretto necessario, soffrendo a volte di certe ossessioni che generano
nell’individuo la difficoltà di prendere delle decisioni. Nella fase
collettiva, si viene a creare così l’intrigo di un governo nel cammino da
seguire nell’ambito di un modello o di un piano; e proprio qui sta il principio
di successo o di fallimento, soprattutto quando il personalismo si trasforma
nel fattore determinante di uno Stato, e le diversità personali, il complesso
del governante, con le sue patologie, iniziano a inocularsi a tutto lo Stato.
Questi governanti narcisisti sono soliti circondarsi di un ampio comitato di
applausi, e depurano periodicamente le proprie fila per la paura paranoica di
possibili infiltrati… una realtà PATETICA che osserviamo nella cosiddetta
“decade vincente” e nelle sue gravi conseguenze, che ci portano a temere per un
futuro che si prospetta più incerto che certo.
Proseguendo questo tipo di analisi nel governo pseudo-peronista
“K” incontriamo una differenza, cioè il famoso “doppio comando”, vale a dire
due individualismi, diversi nel pensiero e nell’azione, il cui obiettivo, una
volta passata la prova del primo governo, è stato quello di perdurare nel
tempo. Mounier ci spiega
l’individualismo rapportato al matrimonio e ci dice “per una buona parte di
coloro che aspirano al matrimonio, questo rappresenta la ricerca della doppia
perfezione: sviluppare un essere vivente che dirà di sì a tutte le sue parole,
acconsentirà a tutte le sue azioni, giustificherà tutti i suoi errori,
rinuncerà alle proprie differenze e resistenze; tale è l’illusione provvisoria
che chiamano amore. Se entrambi i partner sono lineari e la coppia è amorfa, si
sentiranno più tranquilli nella fedeltà, se invece uno o l’altro sono più
profondi o creativi, uno resiste appena o segna la sua diversità quando l’altro
se ne va via di casa.” Tutto bene fin qui, ma quando si tratta di potere,
affiorano certe qualità individualiste, soprattutto la competenza di chi è più
preparato o che si trova in condizioni migliori per condurre il governo di un
Paese.
L’Argentina viene da uno dei più grandi disastri politici
della storia come quello del 2001 quando, oltre a mettere in pericolo la
democrazia, il costo peggiore da pagare fu quello del degrado delle
Istituzioni, in cui crollarono tutti i freni e le previsioni politiche e
sociali che sono appunto le Istituzioni. A partire da allora fino ad oggi, la
società ha portato alla frattura di suddette istituzioni a causa della mancanza
di fiducia in esse e al non difenderle in un periodo di crisi arrivando ai
limiti dell’anarchia.
In questo contesto sociale, equilibrato in parte dal governo
di Duhalde, si è giunti al matrimonio Kirchner, seguendo la guida nell’ambito
dell’economia del suo Ministro dell’Economia Lavagna, nella sua prima fase, per poi giungere alla conduzione personalista
di Nestor Kirchner, e, a questo punto, sono iniziate le perturbazioni
socio-economiche, perché si ha governato con il libro delle priorità politiche
anziché con quello delle necessità democratiche; è scomparso un modello
coerente di programmi di politica statale, necessari nel momento che si stava
vivendo, procedendo al contrario all’avventura vorticosa che cadde sotto
l’opzione della corruzione lussuriosa, di un modello basato sul capriccio, che
si è allontanato dalle necessità del popolo che ha pagato la libertà con il
narcotraffico, le disuguaglianze sociali con l’insicurezza delle proprie vite
con le sue conseguenze. I grandi errori sono molti, a partire dalle
vicissitudini di salvatori temporanei come Boudou, fino ad arrivare alle gravi
conseguenze del malgoverno, per primo il suo fallimento. Il Populismo Economico
camuffato da Peronismo che hanno preteso di stabilire, è una messa a fuoco
dell’economia in base a un modello che ha privilegiato la crescita e la
redistribuzione delle entrate sottovalutando i rischi dell’inflazione e del
finanziamento deficitario; le restrizioni esterne hanno portato alla reazione
di investitori, risparmiatori e consumatori di fronte alle politiche aggressive
al mercato. Il suo correlato è il fatidico populismo politico che ha portato al
caos, in quanto basato più su piani circostanziali che su un serio Programma
per un’economia sostenibile.
CRISTINA FERNANDEZ WILHELM DE KIRCHNER. La distruzione del
Peronismo, la creazione di falsi movimenti pseudo-peronisti come quello de La
Campora, oggi inesistente, sono stati il caos e i primi segnali del suo
malgoverno sono stati anche i suoi grandi errori politici, sociali ed economici
che ha cercato invano di chiudere facendo ricorso alla sua personalità
mediatica in quanto molto preparata in oratoria, che però non le ha fatto
ottenere la cosa più importante di un governo, cioè la fiducia del suo popolo e
soprattutto, ricevendo la sua politica scelta dal confronto, il cercare di
differenziarsi dal suo defunto marito, cioè il famoso 54% delle sue elezioni,
ottenendo come risposta più di 4 marce sociali di massa, che senza leader e nel
silenzio più assoluto, dopo più di 200 anni di storia, hanno invaso le strade
facendo sentire la propria opposizione e la propria protesta, non solo contro
il governo ma anche contro l’opposizione, che per inerzia o indifferenza o
mancanza di reazione ha portato a 10 anni di un governo che non li
rappresentava e ad un’opposizione indolente dinnanzi la gravità politica. Oggi
le ultime elezioni segnano inesorabilmente la caduta di un Governo despota e
contrario alle necessità della popolazione che gli ha ritirato la sua fiducia,
nonostante si sia cercato di comprarne le necessità, così come è successo nelle
ultime elezioni nelle Pcia. De Corrientes, e succederà in quelle che verranno, non
si può comprarne la dignità.
Questa è la dura realtà dell’attuale Argentina, e la domanda
emersa in seguito è: dove sta e chi
realizza la democrazia rappresentativa dei partiti? Oltre al fatto che le
ultime elezioni sono stati il colpo di grazia per il governo ” K” , che giorno
dopo giorno corre a perdifiato per salvaguardarsi così come fanno le masse, al
momento la domanda è: quando capiranno che i partiti politici dovranno
ricostruire i loro valori rappresentativi su veri leader rappresentativi e che
per questo si devono ricostruire i suddetti partiti che soffrono di costruzione
politica da più di vent’anni perché esistono solo personalismi che non fanno
nulla per migliorare il sentimento e l’azione di un governo, arrivando a
diventare un governo che si appella di nuovo all’individualismo…???
La democrazia dei partiti politici deve avere la qualità rappresentativa
dei suoi dogmi e del rispetto per le proprie ideologie non come oggi in cui ha
vinto la plutocrazia caduta alla mercè del presunto candidato che porta i soldi
per le elezioni e in cui i partiti si disgregano con alternative mediatiche
antipolitiche basate su chi propone soluzioni magiche senza programma e senza
partito e con alleanze fittizie con il supporto del popolo in cui, come si
visto nelle ultime elezioni, il partito che ha infine vinto è stato
l’ASSENTEISMO con il 40% di assenze alle urne.
La presente nota non ha uno spirito “contrarius” anzi al
contrario solo di costruzione. Perché il nostro Paese ha bisogno urgentemente
di una Democrazia vera pura e sana, e nient’altro. Chiedo tanto…?
SIAMO POPOLO NON NEMICI!!!
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