Traduzione di Francesca Maria - MP3 Italia - Portavoce italiana di Juan Anibal Gomez e del MP3
IL SIGNIFICATO DEL 17 OTTOBRE (EVA PERON, “STORIA DEL
PERONISMO”)
…“Il 17 Ottobre può essere
analizzato come episodio nel suo significato. In quanto a valore storico,
possiede valore in sé stesso per quelle che furono le sue conseguenze. Di per
sé, il 17 Ottobre è qualcosa di eccezionale, che mai si è visto nella storia dell’umanità,
credo anzi in nessun singolo momento della sua storia. Non nego che ci siano
stati altri movimenti popolari di grandezza pari a quello che realizzò il
popolo argentino il 17 Ottobre 1945, ma il nostro movimento li ha superati
tutti per 2 motivi: è stato un movimento pacifico e, in più, è stato allegro.
SICUREZZA E SPERANZA. Perché il popolo nutriva una grande speranza ed aveva una
grande sicurezza. Perché avrebbero dovuto passare sopra i cadaveri del popolo
se non fosse tornato il Colonnello, e non avrebbero mai fatto ritorno a casa
senza trovarlo. Pertanto, erano sicuri che avrebbero trionfato nella loro
impresa, e la loro allegria risiedeva in questo. Erano allegri perché
presentivano il prossimo trionfo… Nella storia mai nessun movimento di tanta
grandezza e trascendenza come quello del 17 Ottobre (trascendenza che racchiude
più di sei anni) è stato fatto senza spargimento di sangue. Abbiamo già
ricordato la rivoluzione russa e la rivoluzione francese. Entrambe non furono
che morte e distruzione di ogni valore non solo materiale ma anche umano”…
MANUEL GALVEZ (“En el mundo de
los seres reales”, ed. Hachette) – commenta Manuel Galvez in merito a un
articolo pubblicato da sua moglie, DELFINA BUNGE.
…”il 17 Ottobre, Delfina fu una
delle poche persone di classe elevata che ci vide chiaro: il movimento era una
rivoluzione sociale. Quindi pubblicò su El Pueblo l’articolo “una nuova
emozione a Buenos Aires”. Molti abbonati tolsero la propria sottoscrizione al
quotidiano e né io né Delfina potemmo continuare a collaborarci… trascriverò
alcune frasi di Delfina, preannunciando che nel suo articolo non nomina Peròn,
non elogia il governo e non difende nulla: “un’emozione nuova quella del 17
Ottobre, l’apertura tra di noi, di una moltitudine proletaria e pacifica.
Qualcosa che non conoscevamo e che, da parte mia, non sospettavo nemmeno che
potesse esistere… le strade presenziarono a qualcosa di insolito. Da ogni punto
del suburbano si vedevano arrivare gruppi di proletari, dei più poveri tra i
proletari, e passavano sotto i nostri balconi. Era la folla tanto temuta. Era,
pensavamo, la gente scontenta…” Riferisce che il nostro primo impulso fu quello
di chiudere i balconi ma che, affacciandoci sulla strada, restammo in attesa.
In seguito la folla “sembrava oggetto di una trasformazione miracolosa. Il suo
aspetto era bonaccione e tranquillo. Non avevano visi ostili né pugni levati,
come qualche anno fa. E più di ogni cosa ci stupirono le loro grida e i loro
strilli. Non ci si raccapezzava più di nulla”… A Delfina interessava solo il
fatto che i lavoratori erano riuniti in atteggiamento di pace. Ci sarà forse
stata nella massa qualche lontana influenza del Congresso Eucaristico? Ecco le
parole che in seguito indignarono tutti: evocò le folle della Palestina che seguivano
Gesù che vennero interpretate come se Delfina volesse comparare Peròn a Cristo
mentre ciò che comparava erano le folle. O gli ignoranti credevano che chi
seguiva Gesù era la gente “per bene” di Gerusalemme? No, quelli che seguivano
Gesù erano i pezzenti, la marmaglia. Allo stesso modo dei derelitti del 1945”.
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